Quale Domani ?

Quale domani ?

I pressanti inviti a descrivere la mia esperienza del carissimo don Mario Porri, mi hanno fatto ripensare moltissimo nei giorni scorsi a quello che avrei dovuto scrivere, ma soprattutto hanno risvegliato sensazioni, emozioni e sentimenti che sono scaturiti da un cuore ancora pieno d'affetto fresco e sincero.

Cosa dire dunque ?

Credo che la mia testimonianza trovi un giusto compendio nelle parole che ho pronunciato il giorno della mia prima S. Messa il 15 aprile 1994, quando ho ringraziato di vero cuore l'esempio paterno ed altamente magistrale del parroco don Mario.

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- Calice donato dalla Zia Maria -

In quell'occasione dissi quello che accadde il 7 maggio 1988, esattamente dieci anni fa, ed oggi li sottopongo all'attenzione di tutti voi.

Era l'ultima festa del patrono S. Lanno, quando recatomi in chiesa per un pò di preghiera dopo poco vidi entrare don Mario, già segnato dal dolore e dalla malattia che lo stava letteralmente divorando.

Avvicinatosi mi invitò a seguirlo nella vecchia sacrestia, e dopo un affettuoso ringraziamento per il bene che in quel periodo gli avevo dimostrato, mi guardò fisso negli occhi (e solo chi ha conosciuto quello sguardo così vivo e penetrante può a fondo capire cosa dico) e mi interrogò molto decisamente a proposito della sorte futura della mia esistenza... quale domani ?

Quale risposta alla chiamata che da tempo il Signore faceva percepire al mio cuore ormai troppo inquieto ?

Capirete quale imbarazzo da parte mia di fronte a tale schiettezza: come aveva capito, nonostante i miei sforzi per nascondere ?

Anche io capii subito !

Non si nasconde nulla a chi ha una profonda esperienza pastorale, ma soprattutto a chi ha un cuore e dei sentimenti così sanguigni come quelli di don Mario.

Fui immediatamente felice e sereno e mi sentii abbracciato da una stretta paterna e veramente sacerdotale che non dimenticherò mai.

Tenendomi stretto disse: "Caro mio, ricorda, che io nella mia vita sacerdotale, forse ho fatto molti errori, non sempre ho corrisposto pienamente alla grazia della vocazione sacerdotale, ma di una cosa vado fiero incontro al Signore... ho molto amato il popolo che Dio mi ha affidato" e le sue guance furono solcate da due lacrime.

Questa esperienza è per me indelebile e quasi imprime nella mia vita sacerdotale uno stile da imitare, una meta da raggiungere ed un conforto nei momenti di prova.

Grazie Don Mario

don Luca Gottardi

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