Una Storia d'Amore

Una storia d'Amore

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- Don Mario ed "Il Porticale" -
(Sotto il Porticale della Chiesa di Santa Maria)

Voglio parlare di una storia d'amore quotidiano, fatto non di gesti eclatanti, ma di dedizione continua, piccoli atti quasi insignificanti; di un'amore " normale" a cui ci eravamo talmente abituati da non saperlo riconoscere come dono.

La storia è cominciata tanti anni fa, l'8 luglio 1945, presso il Seminario Pontificio di S. Maria della Quercia.

Quanta emozione sul volto di quel giovane, quanta attesa e quanta speranza, mentre pensava che di lì a poco sarebbe diventato sacerdote.

Io non c'ero, ma già facevo parte, insieme a tutti quelli che poi gli furono affidati, di quel progetto di amore che lo aveva voluto prostrato davanti all'altare a far dono totale di sé al Signore. E quel giorno ci appartiene totalmente, perché ha segnato il nostro essere cristiani.

E' di don Mario che parlo, di quest'uomo straordinario, che per tanti anni, pastore instancabile ha vigilato su di un gregge che sempre più, come in un crescendo d'orchestra, ha capito il suo stupefacente atto di amore.

Parliamo forse troppo di sacerdoti; noi laici li contestiamo, sottoliniamo i loro limiti e le loro contraddizioni, ma il più delle volte dimentichiamo quanto amore e quanta attesa stanno alla base della loro scelta.

A noi è concesso l'errore, a loro no ! Ci scordiamo che proprio nella loro imperfezione risplendono la grandezza e la potenza dell'amore di Dio per i propri figli; che attraverso quelle mani, magari sporche come le nostre, il Signore continua a donarci suo Figlio.

E non è un grande atto d'amore continuare, nonostante tutto, a benedire, assolvere, consacrare ? Ci si abitua talmente a loro che non ci fermiamo più a pensare a tutto il coraggio e la forza di cui questi uomini hanno bisogno.

Anche il nostro don Mario, ricordandoci bene, qualche difetto ce l'aveva: sarebbe stato facile dire che non era imparziale, che era testardo, però... sono passati tanti anni ed è ancora dentro di noi, la sua è una presenza viva! Avrà mai avuto dubbi, paure, incertezze? Mah, noi non ce ne siamo accorti, forse perchè continuava a gridare, con tutta la forza che aveva dentro, chi fosse il nostro vero Padre; continuava a benedire, a sperare, a.... credere ! Faceva le stesse cose ogni giorno, a volte il suo volto tradiva stanchezza, ma era sempre lì attorno a quel sagrato.

Non era sufficiente tutto questo per parlare di "storia d'amore" ?

E avresti dovuto vederlo, quest'uomo minato nel male, nella sua ultima festa di San Lanno ! In preparazione della processione si agitava per la chiesa, impartiva ordini, cercava di predisporre tutto come sempre aveva fatto. Avresti dovuto vederlo nei paramenti sacri che indossava per le ultime volte: pareva volesse stringere tutti fra le sue braccia come un padre fiero dei propri figli ! Nulla lasciava trasparire !

Potevi solo comprendere la sua sofferenza attraverso gli occhi lucidi di commozione di un congiunto che dal fondo della Chiesa, ormai consapevole di tutto, lo seguiva incessantemente con lo sguardo ansioso e carezzevole. Ed io, che, con il mio sguardo, seguivo entrambi, fino allora volutamente incredulo, ho cominciato disperatamente a capire che forse lo avremmo perduto. Dio ce lo aveva dato, ci era appartenuto, ci aveva abbondantemente nutrito e, per capire il valore del suo dono, dovevamo perderlo di lì a poco.

Non finiremo mai di dirgli grazie, per averci voluto bene di un amore semplice, normale, genuino, consueto e quotidiano.

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