LA
MADONNA DEL ROSARIO
Mentre il frontale del cimitero di Vasanello resta tra i progetti più interessanti di
Francesconi, un'altra opera a carattere sacro si propone ancora ai nostri occhi, murata sulla
parete
di una casa di Piazza Trilussa, nei pressi dell'abitazione dello scultore: il pannello in
ceramica
policroma raffigurante La Madonna del Rosario (Fig. 54).
Fig. 54 -
La Madonna del Rosario Vasanello Piazza Trilussa
(Pannello in Ceramica Policroma)
La Madonna
del Rosario a Vasanello Piazza Trilussa (Oggi)
© Copyright Foto - Andrea Di Palermo (Set. 2006)
Realizzato con una serie di formelle di misura diversa e decorato da un'elegante comice
della stessa materia, si presenta molto comunicativo per la potenza cromatica e per i
riflessi
scintillanti dell'invetriatura.
L'immagine viene particolarmente venerata nel mese di maggio dai fedeli vasanellesi, i
quali hanno inserito questa rappresentazione nel novero degli oggetti destinati al culto
per la
Santa Vergine.
Ho già avuto modo di commentare la Madonna del Rosario in uno scritto apparso sul
numero di Aprile 1996 del periodico La mossa, edito dall'amministrazione comunale
di Vasanello
e curato dal Comitato di gestione della biblioteca "E.Froio", ed in quell'
occasione esaltavo la
singolarità dell'impianto compositivo e la novità della narrazione. L'originalità di
Francesconi
nel trattare temi consueti di cultura sacra, appare anche in questa opera: la posa
inusitata del
Bambino nel procedere personalmente alla consegna del Rosario e gli angeli posti in
attesa, in sostituzione di più tradizionali santi, conferiscono all'opera l'immediatezza
dell'insolito.
La composizione è ormai nel filone delle acquisizioni più recenti dell'arte di Francesconi e
si avvale della suggerita stilizzazione dei corpi e degli elementi vegetali; le figure,
allungate in
una possente verticalità, conservano intatta la forza plastica del modellato, arricchita
dai chiari volumi dei corpi e dalla fluidità del panneggio.
Di particolare pregio l'uso dei colori,
incentrato sul sofisticato abbinamento di rosa e celeste nelle vesti, tonalità
spesso clitarie ma, in questo caso, riscaldate dalla componente
ocra
ed avorio delle rimanenti parti. Il profondo verde scuro del fondo costringe lo sguardo in
superficie, preservandolo da una profondità che poco si attaglierebbe a questa fresca
raffigurazione; il carattere del contesto, a prima vista popolare, è invece ricco di sapienti
citazioni colte, memorie indelebili delle profonde conoscenze artistichc di Giulio Francesconi.
L'artista, con questa opera, realizzata nei laboratori della MAISC, e con i successivi
pannelli di Vallerano, si pone tra gli artisti che hanno operato a Civita Castellana per
poter disporre di adeguate strumentazioni in grado di concretizzare le loro aspettative estetiche:
basti ricordare, tra questi, Basilio Cascella, l'artista abruzzese congiunto di quel Tommaso che
accolse per primo, a Pescara, Giulio Francesconi, facilitando la sua permanenza nella
regione
adriatica.
Anche il lavoro appena trattato, quindi, partecipa alla definizione chiara di una personalità artistica estremamente complessa, ma efficace nel comunicare forti impressioni e
precisi
sentimenti.