LA
COLLABORAZIONE CON LA MAISC
(Manifattura Artistica
Italiana Sciarrini e Cirioni)
Dal 1955 al 1968 circa, Giulio Francesconi
collabora con la MAISC, Manifattura Artistica
Italiana Sciarrini e Cirioni di Civita Castellana; il laboratorio era in Via Ternii 71.
L'attività operò dal 1953 al 1970, ma c'è da precisare che l'artista viareggino preferiva eseguire i
lavori a
Vasanello, in terracotta, per poi portarli a cuocere nelle moderne attrezzature della
MAISC.
La tecnica esecutiva era quella classica, definita comunemente "sotto vernice";
la "terra"
veniva graffila e lavorata a fresco realizzando il motivo iconografico; nel caso l'opera
fosse
stata di dimensioni maggiori delle consuete formelle, veniva tagliata in tanti rettangoli
più o
meno uguali e cotta ad una temperatura sostenuta, realizzando il "biscotto".
Quest'ultimo, estratto dal forno, veniva colorato e definito nei particolari policromi,
poi
immerso nella cristallina per vetrificarne la superfìcie ed infine sottoposto ad una
nuova cottura, di temperatura inferiore alla prima.
L'effetto finale risultava di grande pregio estetico, dato che univa alle peculiarità del disegno le valenze plastiche dei rilievi e gli effetti delle incisioni presenti sulla
superficie.
Con questa tecnica Francesconi eseguirà la maggior parte dei suoi ultimi lavori ed in
particolare i pannelli della Madonna del Rosario a Vasanello e dei Santi Andrea
e Vittore di
Vallerano, che verranno compiutamente descritti in seguito.
I rapporti di Francesconi con i titolari della MAISC sono, nel frattempo, improntati ad
una
amicizia che supera il normale ambito di lavoro; l'artista frequenta le loro abitazioni
con molta discrezione e signorilità, eseguendo, tra l'altro, alcuni ritratti in
terracotta di figli e congiunti
dei titolari: Gabriella Sciarrini, nel 1962, Ada Stentella e Franca
Cirioni.
A casa di uno dei titolari della MAISC,
Aldero Sciarrini, è conservata una copia in scala ridotta del busto dell'Apollo di Falerii, proveniente dal tempio etrusco dello
Scasato ed oggi
esposto a Villa Giulia; eseguita da Francesconi alla fine degli anni '60, alta 35 cm.
circa, conserva la patina verde della decorazione a ramina, impressa dall'artista ad imitazione del
bronzo antico, ed eseguita in diverse copie.
Anche in questo caso lo scultore viareggino si impegna nella riclaborazione di un'opera
classica, dato che l'originale è di misura maggiore e di materiale fittile policromo.
Le realizzazioni ceramiche di Francesconi alla MAISC, risultano molteplici ed alcune piuttosto impegnative per le dimensioni; le buone attrezzature tecniche della fabbrica
civitonica
gli permettono di operare con una certa libertà e le commissioni ricevute premiano il
binomio
operativo.