Piccola Guida Vasanello, il cui nome storico è BASSANELLO, e tale è rimasto dalle origini etrusco-romane fino al 1949, è un centro prevalentemente agricolo sull'altopiano del Tevere ai piedi del Monte Cimino. Dista in linea d'aria non più di 11 km. dalla stupenda faggeta in vetta al monte ad ovest, e appena 5 km. dalle sponde del fiume Tevere ad Est. Eretto come ogni insediamento caratteristico della Tuscia su di uno sperone tufaceo a pianta cuneiforme, fra due burroni confluenti a nord nel rio Paranza che si getta nel Tevere a valle di Orte, conta oggi 3050 abitanti. L'ubicazione felicissima lo pone a 265 s.l.m., adagiato sul vasto altipiano appena ondulato, interrotto verso Roma dalla mole solitaria del Soratte a 20 km. in linea d'aria, protetto a nord-est dalla catena degli Appennini tosco-umbro-sabini e climatizzato dal vicino lago di vico (a 15 km.) e dal mare (a 50 km.). Le foreste che ancora resistono attorno ad esso, e che diventano lussureggianti di secolari castagni, fino ai faggi maestosi, sulle pendici del Cimino, lo arricchiscono di un'aria particolarmente salubre. Confina a nord e ad est col Comune di Orte (a 8 km.), a sud con Gallese (5 km. in linea d'aria, 13 km. su strada), ad ovest con Vignanello (8 km.) e Soriano nel Cimino (13 km.). Dista 25 km. dal capoluogo di provincia, Viterbo, ad ovest, e dal maggior centro industriale della Tuscia, Civitacastellana, a sud. Raro esempio urbanistico, Vasanello è ricco di verde e di spazio all'interno stesso dell'abitato, che si è andato sviluppando in piano verso sud, oltre la "Porta" (non più esistente) del centro storico medioevale, intorno al "Prato di sotto" e al "Prato di sopra", due magnifici parchi, il primo a pineta con gli edifici scolastici, il secondo a viali erbosi di platani e pini con parco della Rimembranza e monumento ai Caduti, campo sportivo e parco giochi per bambini. Tra i due "Prati", la "Passeggiata della Mossa", alberata e riservata esclusivamente ai pedoni. Si tratta nel complesso di una zona verde che si estende per circa 45.000 mq., e si allarga ancora nel vasto piazzale Umberto I di 6.500 mq., nel quale confluiscono le due strade provinciali di accesso da Orte e da Vignanello: un'area verde pari a quella del vecchio borgo; che si ripara ora soltanto dietro ai torrioni del massiccio Castello, dopo che è stato privato nel 1883 della cinta muraria. Vasanello si raggiunge: Da Roma, per la via
Flaminia - attraverso Prima Porta, Rignano Flaminio, Civitacastellana, Borghetto,
Bivio per Gallese Scalo, Gallese, Bivio per Vasanello (km. 79); per l'autostrada A 1 - entrata per Roma, uscita ad Orte id. c.s. (km. 51); Da Terni, per la superstrada - entrata per Orte/Roma, uscita ad Orte id. c.s. (km. 33); Da Viterbo, per la Cassia Cimina - attraverso Canepina, Vallerano, Vignanello, Vasanello (km. 25); per la statale 204 - attraverso Bagnaia, Soriano nel Cimino, Vasanello (km. 30).
Cenni Storici Non v'è dubbio che il nome del paese sia Bassanello, anche se il più antico documento scritto, una lapide di marmo del 1038, reca: "in Castro Vassanello", al tempo in cui Bassano risulta nei documenti d'epoca "Vassano" e Bagnolo risulta "Vagnolo". Mai comunque si rinviene Vasanello, nome che sostituì quello storico, nel 1949, per esaltare l'antica arte dei vasari, che sfruttano in loco un'argilla del tutto particolare per le loro terrecotte. Di sicura origine etrusca, si hanno dell'epoca reperti del V sec. a.C. nel Museo Archeologico di Firenze, e numerosi sono ancora oggi ritrovamenti di pezzi di stoviglie etrusche in aperta campagna, che testimoniano l'origine dell'arte figulina locale. Vicino al paese sulla strada di Orte, in località dal nome antico e significativo di Campomorto, fu scoperta al principio del secolo una piccola necropoli sepolta dalla vegetazione, obbligata in superficie dal terreno argilloso e risalente probabilmente al VI o V sec. a.C.: i lavori agricoli l'hanno dispersa. L'insediamento etrusco di Vasanello subì la sorte di ogni altro centro della Tuscia che a partire dal V sec. a.C. fu gradatamente sottomessa da Roma. Per la sua ubicazione e le sue difese naturali in epoca romana Vasanello fu il Castrum Amerinum sull'antica via Veia o Amerina. Fece parte poi del Ducato Romano e nel 727 era "Terra del Patrimonio di s. Pietro". Nel 1058 era ancora possedimento della Chiesa e l'abate Tebaldo lo concede a congiunti fino alla terza generazione. Ma iniziarono di li a poco le usurpazioni, i saccheggi, le conquiste, il periodo squallido e muto della dominazione bizantina e delle invasioni barbariche. Nel 1212 Vasanello era in mano ad avventurieri usurpatori che il papa Innocenzo III ordinò di far sgombrare. Nel 1278 è Orso Orsini ad impadronirsi di Vasanello, e il pontefice Martino IV lo costringe a restituirlo nel 1282, dopo che l'Orsini aveva già provveduto a farne la sua residenza. Durante le autonomie comunali, peraltro sempre vigilate dalla Santa Sede nei territori della Tuscia, il Comune di Vasanello stipulò il 10 marzo 1305, da pari a pari col Comune di Viterbo, un contratto di accomandigia firmato da tre rappresentanti popolari vasanellesi e da Stefano Colonna, podestà e capitano di Viterbo, per mantenere reciprocamente la pace e difendersi dai comuni nemici. Decaduta l'autonomia comunale, gli Orsini avevano finito per ottenere dal pontefice la regolare investitura del feudo di Vasanello, nel cui castello trovò tragica morte nel 1500 Orsino Orsini, sfortunato marito di Giulia Farnese, sorella di Paolo III e intima amica di Lucrezia Borgia, che fu ospite assidua del castello. In occasione del matrimonio di Laura Orsini con Nicola della Rovere, per atto di Giulio II, zio dello sposo, Vasanello passò nel 1505 ai Della Rovere, ai quali si deve lo Statuto, manoscritto su carta membranacea della prima metà del sec. XVI con firme autografe di Laura, Nicola e Giulio Della Rovere, che è il primo compendio organico delle leggi per la "Terra di Bassanello", conservato in Comune. Nel 1534 Elena della Rovere sposò Stefano Colonna, ed ai loro eredi toccò la Signoria di Bassanello, che rimase ai Colonna fino agli inizi del 1700 come Ducato, quando sempre per matrimonio passò ai Barberini e quindi nel 1787 a Urbano Barberini Colonna di Sciarra. Alla fine del 1800 a Vasanello il Signore era ancora Maffeo Barberini di Sciarra, ma all'inizio del secolo attuale i beni feudali passarono alla Banca d'Italia e da questa all'Università Agraria, in uso ai contadini del luogo, mentre il Castello veniva acquistato da Mons. Luigi Misciattelli, alto prelato vaticano della Famiglia Pontificia di S. Pio X, che lo restaurò. Cenni Artistici Notevole è il patrimonio archeologico e artistico del paese. In sintesi possono essere illustrati i monumenti più rilevanti che racchiudono elementi di grande interesse.
La Chiesa di S. Maria Con la sua severa facciata, divisa nettamente in due tra l'espressione della forza (merli e torri della cinta muraria) e della fede (portico e timpano), costituisce una "quinta" d'eccezione di quella autentica scenografia che è la grande piazza Umberto I con il fondale maestoso del Castello e il proscenio del parco pubblico alberato. Si erge probabilmente su di un tempio pagano ed è una costruzione di m. 25 per 12 per 15 di altezza, di stile pre-romanico, in prevalenza dell'XI sec. Il suo campanile, che incorpora uno strano opus reticulatum in piccoli conci di pietra bianca, un frammento marmoreo con croce bizantina, e ricorsi in cotto a spina di pesce, era sicuramente un bastione angolare delle mura antiche, sopraelevato in epoca romanica con due ordini di bifore successivamente chiuse, e di cui si notano gli archi in laterizio. Di pianta rettangolare, con abside triconca, la chiesa basilicale è a tre navate divise da due fila di colonne monolitiche in peperino su basi cubiche, di cui due a pianta esagonale su basi cilindriche, tutte con capitelli romanici eteroformi. Si ascende al presbiterio con una bella scalinata in travertino bianco e transenna in peperino grigio. Privo di qualsiasi ornamento l'interno accentua la sua suggestiva austerità con l'imponente abside centrale, la piccola finestra a croce che brilla in alto di una tenuissima luce sull'altare maggiore, e con le monofore più basse, molto strette, che lasciano nella semioscurità tutto l'interno illuminato soffusamente con toni molto caldi specie al tramonto. E' impreziosita dai due affreschi del XII sec. di scuola romana nelle due absidi minori: a destra il Redentore coi Santi Pietro e Paolo, a sinistra forse S. Antonio, di chiaro influsso bizantino. Al centro della conca dell'abside mediana poggia su di un cippo di ara romana uno splendido tabernacolo cilindrico scolpito in marmo bianco, di stile rinascimentale (XV-XVI sec.) e al di sopra di esso una pala in legno dell'Assunta, cui è dedicata la chiesa, di intenso misticismo, opera di anonimo del 500. Altro elemento di rilevante interesse è il fonte battesimale, in fondo alla navata di sinistra scolpito a tutto tondo in tre grossi blocchi di peperino a forma di coppa del diametro di 1 m. e alto 2 m., anch'esso del periodo rinascimentale. Accanto al Fonte Battesimale si accede alla base del bastione che ospitò, nascosto tra gli enormi massi squadrati di tufo, il Sepolcro di S. Lanno Martire, colà rinvenuto nel 1628. Restano in luogo il loculo vuoto della tomba con la grande lastra di pietra che la ricopriva. La povertà estrema di quel sepolcro segreto in tempo di persecuzione e di scorrerie barbare, è solo mitigata da un tratto di rivestimento musivo a piccolissime tessere bianche. Lungo le navate laterali, in fondo a sinistra e a destra, sono eretti due altari barocchi del XVII-XVIII sec. con stucchi decorativi nei soffitti e nelle cornici degli affreschi conservati in sedici quadri soltanto sui fusti delle colonne perimetrali intorno all'altare di sinistra, dedicato a S. Lanno, che vi campeggia a cavallo su una grande pala del XVII sec. A destra è l'altare "privilegiato" per la Confraternita della Madonna del Carmelo con tele di S. Lucia, S. Agata e in alto dell'Immacolata. A metà della navata di sinistra si apre la sacrestia, ex cappella di S. Lanno, con altare barocco e bellissima tela del martirio del Santo, consacrata nel 1735. A metà della navata di destra una cappella del Sacro Cuore affrescata di recente con ingenui tendaggi. Sotto al presbiterio e alla scalinata, attraverso due gradinate laterali si scende nella Cripta di S. Lanno, anche essa triconcava come l'abside superiore e con affreschi recenti. Al centro sotto l'altare è inserita l'urna di vetro con la bellissima statua di cera incorporante le reliquie del Martire, e con l'ampolla del Suo sangue: l'opera del cerista fiorentino Mortula (XVIII sec.) è di una espressività struggente. A sinistra e a destra, nelle conche laterali, sono le bare in legno che hanno contenuto i resti del Santo, e il documento più importante venuto alla luce nel ritrovamento del sepolcro il 30 marzo 1628: il "Mattone di S. Lanno", frammenti di spessa terracotta che fortunatamente ricomposti identificano il corpo e l'epoca del martirio. Il portico, con due interessanti colonne cilindriche in peperino sormontate da due diversi capitelli recanti simboli cristiani stilizzati d'epoca romanica e con strani ornamenti geometrici incastonati agli angoli alti, offre sulla facciata ad est della chiesa una piccola ma interessante raccolta di reperti archeologicidell'età pre-romanica e pagana, scoperti nel sottosuolo della chiesa stessa. Sulla porta secondaria a nord spicca un architrave a mosaico policromo geometrico, che probabilmente proviene dal sepolcro del Santo. La Chiesa di S. Salvatore
Chiesa Romanica di S. Salvatore (sec. X - XI) e Campanile (XII - XIII) E' una costruzione tipica dell'architettura pre-romanica (X-XI sec.) a struttura basilicale di m. 17 per 10 per 14 di altezza, in rosso tufo locale con archetti penduli e lesene aggiunti di stile lombardo. Il Campanile, staccato dalla chiesa sul fronte est è del XII-XIII sec., ed è uno tra i più belli del periodo romanico, in tutto il Lazio, Roma compresa. In pietre bianche rettangolari di travertino, diviso in sei piani da ricorsi decorativi geometrici in laterizio rosso, svetta leggero per le sue bifore e trifore con agili colonnine in peperino grigio, fino a 30 m. di altezza, suscitando meraviglia per lo slancio e la luminosa policromia del suo insieme. Incastonati alla base grossi massi sempre di travertino provenienti dalla pavimentazione dell'antica via Veia o Amerina, segnati dalle ruote delle bighe romane, ed una bella pietra tombale con tre busti di personaggi romani scolpiti in mezzo tondo. L'interno della chiesa, suggestivo nella semplicità delle tre navate in conci di tufo a vista, divise da colonne monolitiche in peperino, e per la luce tenue delle piccole monofore ad arco,
Vasanello (VT) - Chiesa Romanica S.S. Salvatore Sec. X è arricchito da affreschi di scuola tosco-umbra del XIV e XV sec. e, in particolare, di Domenico Velandi della scuola di Lorenzo da Viterbo, che qui consente alla pittura viterbese di raggiungere uno dei punti più alti della sua espressione (Madonna in trono con Bambino tra S. Giovenale e un Arcangelo). Particolarmente ben conservata l'edicola della Madonna della Febbre, il cui affresco dipinto dal vasanellese Filippo Scarelli nel 1878, di delicata fattura, si inserisce in un tabernacolo al centro di un grande pannello di m. 4 per 3 diviso in sette quadri affrescati del XVI sec. con Santi e Vita della Vergine, contornato da una cornice in rilievo datata 1573. L'abside triconca ospita a destra una bella Madonna della Rondine con Bambino e Santi, e al centro un pregevole tabernacolo a pianta trapezoidale in marmo bianco con lapide, scolpiti nel 1520 sul retro di reperti dell'epoca romana, come l'ara pagana istoriata che uno scultore di scuola bizantina del VII-VIII sec., ha trasformato in base dell'altare maggiore. Rilevante, accanto alla porta laterale a sud, la lapide marmorea del 1038 che è la testimonianza più antica della comunità religiosa di Vasanello.
Tabernacolo in Marmo nell'Abside Maggiore della Chiesa di S. Salvatore
Chiesa di S. Salvatore - Affreschi di Scuola Tosco-Umbra (Sec. XIV - XV La Chiesa della Madonna delle Grazie All'ingresso del paese sulla strada provinciale per Orte è ora adibita a piccolo museo archeologico. E' stata Abbazia appartenente al patrimonio di S. Silvestro in Capite già nell'XI sec. e di essa si parla in un atto di S. Pio V del 4 febbraio 1572. Di notevole offre ancora il portale dell'XI-XII sec. e una piccola Madonna con Bambino affrescata nel portico e attribuita alla scuola di Antoniazzo Romano (XVI sec.), mentre all'interno sono molto interessanti gli affreschi della scuola del Perugino, datati 1504 e raffiguranti l'Annunciazione e la Natività, nonché l'icona della Vergine delle Grazie. La mensa dell'altare poggia su di un cippo di ara pagana dedicato al dio dei boschi Silvanus. Caratteristico il pavimento, i gradini e i sedili del presbiterio, scavati nel tufo vivo.
Vasanello (VT) - Chiesa B. V. delle Grazie - Altare La Chiesa della Madonna del Rifugio (S. Antonio) Ribattezzata dal popolo chiesa di S. Antonio è una costruzione sulla via provinciale per Vignanello ultimata nel 1640, molto semplice e lineare, con altari barocchi dedicati alla Vergine, ai Santi Antonio abate e da Padova, e a S. Martino. Il primo con affresco, gli altri con tele di pittori del XVII sec., come una terza grande tela di S. Francesco che attende ancora collocazione. All'interno della sacrestia, è interessante il piccolo lavabo da parete in travertino bianco con modesta scultura decorativa e modanature di epoca forse molto più antica della chiesa. La Chiesa della Madonna della Stella Fu iniziata il 20 aprile 1704, e chiude a sud la grande piazza Umberto I tra lo sbocco della strada provinciale per Orte e l'inizio della "passeggiata". Interessante al suo interno l'affresco della Vergine al centro del grande altare barocco del XVIII sec., e un cippo di ara pre-romanica che sorregge la mensa dell'altare di S. Rocco. La Cappella del Martirio di S. Lanno E' una piccola costruzione in via S. Lanno sulla strada provinciale per Orte all'ingresso del paese, eretta attorno al 1000 sul luogo della decapitazione del Santo Martire. Offre all'interno la visione di interessanti affreschi, purtroppo danneggiati dall'umidità sulla parete di fondo. Opera pregevole di Domenico Velandi, che ha affrescato anche la chiesa di S. Salvatore, tali pitture, datate 1483, rappresentano una Madonna seduta in trono con alto baldacchino sovrastato dall'Eterno benedicente e Cherubini, rivelante la chiara influenza di Antoniazzo Romano, S. Lanno a cavallo con stendardo crociato portogli dal Bambino, S. Francesco e Santo non identificato. Notevole altresì il cippo di ara dell'XI sec. su cui è posata la mensa dell'altare. Le altre chiese minori sono ormai tutte sconsacrate e trasformate. S. Sebastiano in fondo a via Roma all'estremità nord del borgo antico era la chiesa paleo-cristiana di Vasanello, e conserva ancora il portale cui si accedeva con scalinata. S. Angelo, più esattamente S. Michele Arcangelo come documentano gli scrìtti dell'epoca, a metà di via Roma e quindi al centro dell'abitato entro le vecchie mura era la vera "casa" della comunità vasanellese, cuore della vita religiosa e sociale come ricorda un atto del 7 marzo 1219. S. Rocco, sita nel quartiere Praticare ad ovest del paese era dedicata al Comprotettore, non aveva tracce particolari nella storia o d'interesse artistico.
Affreschi di Domenico Velandi (1483) e Cippo di Ara (Sec. XI) all'Interno della Cappella del Martirio
Sorge a protezione del borgo antico sulla vasta piazza Umberto I, dove confluiscono le vie provinciali di accesso al paese. A pianta quadrata con gli angoli fortificati da torri cilindriche, s'inseriva col suo "maschio" (il Torrione, alto 18 m.), il suo bastione meridionale e la sua torre ad est nella cinta muraria di difesa, collegandosi attraverso un camminamento alla sommità delle mura con la torre d'angolo a ovest ora campanile della chiesa di S. Maria. I coronamenti merlati, ora coperti a tetto, sbalzati sugli archetti sostenuti a loro volta dai barbacani scolpiti in peperino, gli conferiscono l'aspetto classico del castello arcigno e ad un tempo fiabesco. La sua storia è la storia di Vasanello, con il quale si è sviluppato anche strutturalmente: da rozzo bastione etrusco romano a dimora principesca. Il suo ingresso si apre ad ovest, sulla Piazza Vittorio Veneto racchiusa nelle mura fino al 1883. Ai piedi del grande portone in ferro chiodato, sul cui architrave di peperino bugnato spicca lo stemma dei Della Rovere, restano ancora i cardini del ponte levatoio sul fossato che lo circondava. All'interno un severo cortile, con pozzo in peperino scolpito, e una bella scalinata, che sale ai piani superiori, la cui seconda rampa è sostenuta da due archi a sesto ribassato poggianti al centro su di un pilastro esagonale. Al piano terreno gli ambienti piuttosto tenebrosi della guarnigione, della servitù e delle prigioni. Al primo piano l'appartamento nobiliare la cui porta d'ingresso reca inciso sull'architrave il nome Laura, figlia di Orsino Orsini e di Giulia Farnese sorella di Paolo III, sposata nel 1505 a Nicola Della Rovere, nipote di Giulio II. Gli ambienti e l'arredamento del piano nobile, curati dagli attuali proprietari Marchesi Misciattelli, rendono l'atmosfera dell'epoca con le sue storie e con le sue leggende, che vi sono legate spesso insieme al nome di Lucrezia Borgia, ospite di spicco del maniero. Il secondo piano, non completamente restaurato, è in parte adibito oggi a mostra delle ceramiche artistiche della fabbrica "Bassanello" adiacente al castello. Gli alberi secolari, svettanti dal giardino dinanzi ai bastioni meridionale e orientale, attenuano l'aspetto corrusco della mole.
Il Castello sull'Antico Bastione Etrusco (Sec. XIII - XV)
Una bella escursione di 3 km. di strada di campagna ma carrozzabile, porta verso nord a Palazzolo. S'incontra prima, volgendosi ad ovest verso il Cimino, la "Torricella", una torre medioevale di avvistamento lungo l'antica via Amerina abbastanza ben conservata, quindi scendendo nel fondo della gola del fosso delle Mole segnata da profonde grotte sul costone tufaceo, si arriva sotto Palazzolo, antico "Castrum" o castello che taluni ritengono d'origine etrusca, altri romana, altri medioevale. La prima ipotesi può essere suffragata da probabili abitazioni in caverna a doppio locale con camino d'areazione, da una vicina necropoli con tombe scavate a forma di uomo in superficie (detta i "morticelli"); la seconda da una piccola necropoli a colombario sul fianco della rupe del "castello"; la terza dai resti della chiesa-fortezza e delle mura e dai documenti storici che lo rivelano già nel XII sec., strettamente legato a Vasanello. Vi fu ucciso, secondo alcuni, l'ultimo re etrusco Elbio, o Elio, dopo la sconfitta definitiva del suo esercito subita dai romani sulle rive del vicino lago Vadimone. Successivamente, oggetto di continue conquiste per la sua posizione strategica, durante il medioevo finì nelle mani degli Orsini (XII sec.), di Giovanni di Vico, dei Brettoni (XIV sec.) e dei Tolomei di Siena (XV sec.) per finire nuovamente in dote a Laura Orsini nel 1505, ormai come "casale". Soprastante Palazzolo una rocca naturale di tufo è interessantissima per il magnifico paesaggio e per evidenti tracce di insediamento umano, forse anteriore agli stessi etruschi. Economia L'agricoltura, che è la base dell'economia vasanellese, viene ormai condotta "part time" dai numerosi addetti pendolari alle industrie delle zone circostanti e ai servizi (ferrovie, amministrazioni ed enti pubblici). Si produce vino, nocciole, olio, e in minor misura cereali. Attività tradizionali artigiane: ceramica artistica, terrecotte, ferro battuto. Di recente si è sviluppata molto la piccola fabbrica artigiana di confezioni. Di tutte le attività locali, agricole e artigianali, sono molto apprezzati e conosciuti i prodotti tipici. Manifestazioni Tradizionali Religiose: seconda domenica di gennaio, commemorazione dell'intervento miracoloso di San Lanno contro l'epidemia del 1793-94 e festa popolare. 17 gennaio S. Antonio abate: benedizione degli animali, delle sementi, delle macchine agricole e degli autoveicoli e festa popolare. 19 marzo: S. Giuseppe, "poggiata" (il moderno pic nic) alla chiesetta del Santo sulla strada provinciale per Vignanello. Venerdì santo: solenne processione con scene e personaggi della Passione. 5, 6 e 7 maggio: Festa di S. Lanno protettore, con riti religiosi e grande festa popolare. Corpus Domini: Processione con "infiorata" di 2,5 km. e relativo palio dei Rioni. 15 e 16 agosto: Madonna dell'Assunta e S. Rocco comprotettore: Riti religiosi e festa popolare, Mostra dell'Artigianato nel cinquecentesco Palazzo Modio. Le manifestazioni sono molto curate, con la partecipazione delle Confraternite rionali e l'esibizione della Banda Folkloristica Vasanellese, un complesso di più di 100 elementi fra majorettes, sbandieratrici, tamburi e "musicanti", molto richiesto in analoghe manifestazioni provinciali, regionali e nazionali.
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Prefazione del Vescovo Marcello Rosina
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S. Lanno ! Leggenda o Realtà ?
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