Resta Tra Noi Al termine di questa breve ricerca su S. Lanno, eseguita lasciando più spazio ai sentimenti semplici e spontanei del cuore che non alle indagini storiche approfondite, quantunque ci sia attenuti a tutto quanto di storico esisteva, sembra di poter raccogliere, quasi in compendio, un paio di dati che emergono dal lento lavorio di trasformazione dei secoli: 1) la devozione immutata di Vasanello per questo suo Martire mai dimenticato o accantonato, nonostante le vicende più varie e burrascose; 2) il patrocinio altrettanto fedele e costante di S. Lanno per questo piccolo lembo di terra italiana che se non gli dette i natali, lo generò in compenso alla vita eterna. Tutto ciò non può essere stato frutto di una suggestione collettiva la quale non si sarebbe evidentemente protratta per 17 secoli! Bisogna veramente ammettere un'incoercibile attrattiva dei cuori verso una presenza spirituale vigile e fraterna che la bontà divina ha concesso in dono ai suoi figli di Vasanello in modo tutto particolare, quantunque anche altre regioni abbiano beneficiato dei favori celesti di S. Lanno. Dicevamo già che se è stato facile e consolante verificare tutto quanto egli ha manifestamente operato tra noi, resta nascosto l'influsso tutto interiore esercitato sulle anime per avvicinarle maggiormente a Dio. Ma pensiamo di non ingannarci affermando che una volta giunti nell'eternità, nella perfetta consapevolezza del Tutto di Dio non si abbia più altro desiderio che di comunicare, per quanto è possibile, ai propri fratelli di Fede ancora nell'esilio, il senso della sacralità dell'esistenza, dono prezioso che ci dischiude le vie dell'eternità. Lassù c'è una volontà comune a tutti, unica insopprimibile infinita: una volontà d'amore che dal Cuore immateriale di Dio si diffonde nel cuore di tutti i suoi eletti, colmandoli di una beatitudine perfetta. E non potendo altro che amare, infinitamente amare, ogni sollecitudine dei Santi è quella di propagare questa corrente vivificante e beatificante anche quaggiù dove tanto spesso l'egoismo ci serra il cuore e gli odii disseminano la disperazione e l'infelicità. Veramente potessimo ritrovare accanto al volto dolce e luminoso del Santo le vie smarrite dell'Amore: avremmo trovato la Pace. Sì, chiediamo pure con fede semplice e schietta tutto ciò che ci occorre per la nostra vita nel tempo, Dio sa che ne abbiamo bisogno ! Ma perché non imparare a chiedere ancor più ciò che resterà per l'eternità, a ricercare per primo il Regno di Dio ? S. Paolo ce lo ricorda: «Il regno di Dio non è né cibo né bevanda, ma giustizia, pace, gioia nello Spirito Santo. Solo chi serve Cristo con queste disposizioni è accetto a Dio e approvato dagli uomini. Miriamo dunque a ciò che promuove la pace e l'edificazione vicendevole» (Rm. 14, 17). Sarebbe un errore pensare che i tempi moderni rendano ormai impossibile una vita autenticamente morale e cristiana; ogni tempo è di Dio e per Dio. Non cambia il cuore dell'uomo, così come non cambia il Vangelo. Oggi siamo più inquieti, più superficiali, diciamo pure, più caotici perché ci stiamo dimenticando di Dio e rischiamo di affogare letteralmente nell'infelicità. Quando ne saremo convinti torneremo a piegare le nostre ginocchia in una ricerca di aiuto dall'alto che nessuna scoperta scientifica potrà mai sostituire. Come lo sapevano bene nella loro saggezza profonda, fatta di valori semplici e sani, i nostri antichi. Quel loro percorrere in processione le campagne pregando Dio che ne benedicesse i raccolti ! Come se a Dio fosse difficile presiedere in tutto alla vita dei propri figli, lui che li ha costituiti signori d'una creazione multiforme e stupenda. «Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, monti e colline, il Signore. Benedite, animali tutti, il Signore; benedite, figli dell'uomo, il Signore !». Sorridiamo noi oggi se qualcuna delle nostre vecchiette si segna con la Croce al guizzar della folgore, e nel ripostiglio polveroso delle superstizioni abbiamo serrato pacificamente quella bella storiella del demonio che si darebbe da fare per indurci in tentazione. La realtà quotidiana è poi quella che è, per cui credere all'influsso potente del maligno sul cuore degli uomini non dovrebbe essere ormai molto difficile. Ci insegni S. Lanno a riscoprire la gioia di essere Cristiani ! Ci aiuti a credere nella forza costruttrice dell'amore, del perdono, della pace ! Ci ridia il senso della santità e dell'indissolubilità del matrimonio quale Cristo ha stabilito con decisione immutabile ! Non vorremmo riscoprirli insieme questi valori perenni, saturi di soprannaturale vitalità, nelle nostre assemblee domenicali allorché Cristo è presente tra noi nell'Eucarestia, nella Sacra Scrittura, nei suoi Ministri che rappresentano la Chiesa, nella persona del fratello che ci è accanto ? Riscoprirli per portarli poi nella vita di ogni giorno e continuare in famiglia, al lavoro, a scuola il dialogo cristiano iniziato ai piedi dell'Altare. Scopriremo allora che la Pace cristiana è il più prezioso dei beni, quantunque il più fragile perché «inquieto è il nostro cuore finché non riposa in Dio» (S. Agostino). Vorremmo chiudere con un ultimo episodio che ridica la presenza viva e operante di S. Lanno qui tra noi: correva l'anno 1793 e a Vasanello infieriva una spaventosa epidemia che mieteva numerose vittime, soprattutto tra i giovani. Il Vescovo inviava una lettera pastorale alla popolazione desolata perché si rivolgesse a S. Lanno con un triduo di preghiere. L'ultimo giorno del triduo doveva aver luogo la solenne processione, allorché durante i Vespri il parroco D. Bernardino Ralli veniva chiamato d'urgenza presso il letto di un giovane di vent'anni che era ormai in stato comatoso. Si trattava di Nicola Giovannetti il quale aveva già ricevuto gli ultimi Sacramenti. La respirazione non si avvertiva già più: il parroco fece inginocchiare tutti gli astanti e recitò con essi un Pater, Ave, Gloria a S. Lanno. Subito dopo il morente aprì gli occhi e disse: «S. Lanno mio» ! Era guarito. Il miracolo evidente metteva fine, per intercessione di S. Lanno, all'epidemia che da quel momento cessava. Resta tra noi, S. Lanno, oggi come allora ! Continua a vegliare su noi che, fiduciosi, ricorriamo a te: nel male sollevaci, nella solitudine confortaci, nella tentazione illuminaci. Difendi i nostri giovani dall'errore, custodisci le loro energie migliori perchè sappiamo indirizzarle a servizio del bene, suscita ancora e sempre anime generose, capaci di fare della loro giovinezza un'offerta totale e gioiosa a Dio in una appartenenza indivisa a Cristo Signore. A tutti giunga la benedizione sensibile del tuo Patrocinio, dalla luce beata in cui risiedi per sempre Amen.
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Prefazione del Vescovo Marcello Rosina
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S. Lanno ! Leggenda o Realtà ?
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