Dentro la Chiesa di S. Maria

E' così che Lando Leoncini nella sua Fabrica Hortana definisce il luogo di sepoltura di S. Lanno: «il suo preziosissimo corpo poi fu portato in Paese e sepolto vicino le mura di esso dentro la chiesa di S. Maria a sinistra vicino al Campanile...». E' un periodo di non facile decifrazione nonostante l'apparente semplicità ma che è possibile interpretare senza incorrere in errori grossolani. E' certo che nel periodo di feroce persecuzione in cui S. Lanno morì non era possibile pensare all'erezione di luoghi di culto pubblico quali chiese o cappelle e l'archeologia ci ha rivelato quegli stupendi monumenti di fede che sono le catacombe. Bisogna avervi partecipato alla celebrazione del Santo Sacrificio della Messa per sentirsi in profonda e intensa comunione con quei nostri fratelli di fede scomparsi da secoli che lì pregarono, si comunicarono e attinsero la forza per morire nel nome di Cristo. Dalle mura annerite dai secoli e dal fumo delle torce si sprigiona ancora un incanto saturo di preghiera e di fede che ci fa sentire tanto piccoli e tanto poveri nella nostra testimonianza cristiana, spesso scialba e tiepida.

Vasanello (VT) - Chiesa Romanica di S. Maria - Interno (Sec. XII)

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Fu soltanto dopo l'editto di Costantino nel 313 che il cristianesimo potè tranquillamente espandersi e fiorire non più nel nascondimento delle catacombe, ma in quelle splendide testimonianze di fede che sono i templi cristiani. Edificati dalla pietà dei fedeli, spesso a prezzo di notevoli sacrifici, e dal genio cristiano degli artisti essi ridicono, attraverso i secoli, il bisogno indistruttibile di adorazione che l'uomo porta scolpito nel proprio cuore per il suo Dio. Monumenti di preghiera e di pura bellezza spirituale trasportano l'animo umano in una sfera di soprannaturale che aiuta a riprendere in esame la nostra vita nel tempo per viverla santamente, a gloria di Dio.

E' dunque certo che il primo luogo di sepoltura del giovane martire non potè essere nella chiesa di S. Maria che ancora non esisteva, ma «vicino le mura del paese» come la Leggenda stessa riferisce, anche perché era vietata dalla legge la sepoltura dei morti nell'abitato. Ma indubbiamente la memoria dell'eroico giovane morto per testimoniare Cristo doveva essersi incisa indelebilmente nell'animo di quella popolazione e il luogo del suo martirio e del suo riposo erano certo ben conosciuti e devotamente frequentati. Dopo la pace di Costantino la fede cristiana diffusasi ormai in tutta la regione trovava in Vasanello la sua espressione tangibile nella Chiesa di S. Maria, la quale faceva del primitivo tempio pagano, a cui veniva a sostituirsi, un luogo di adorazione e di culto al vero Dio.

Il sacrificio generoso di numerosi martiri diveniva così fonte di pace e di benedizione per i fratelli di Fede conquistati a Cristo.

Non deve stupire che si utilizzassero per i monumenti della pietà cristiana i templi eretti agli idoli. S. Gregorio Magno ne da molto opportunamente la ragione: «I templi degli idoli non si devono distruggere... Si aspergano con l'acqua benedetta, vi si costruiscano gli altari, vi si pongano le reliquie; poiché se i templi sono bene edificati, è necessario che dal culto dei demoni, si trasformino nell'ossequio al vero Dio.

La struttura stilistica dell'attuale chiesa di S. Maria e il rinvenimento abbastanza recente di un grande frammento in travertino di ara pagana sul quale è scolpita una testa di ariete, nonchè la sopravvivenza di due capitelli classici nel portico, dicono chiaramente la preesistenza di un piccolo tempio pagano di cui ci si servì probabilmente già nel V secolo per edificare una basilica cristiana dedicata alla Madre di Dio. Forse ancora prima, vale a dire non appena l'editto di Costantino aveva diffuso la pace nella cristianità, era stata edificata in Vasanello la chiesa di S. Sebastiano in memoria dell'altro giovane martire scomparso quasi contemporaneamente a S. Lanno, ma essa doveva essersi ben presto dimostrata insufficente per le necessità culturali della fiorente comunità cristiana. L'erezione della basilica di S. Maria dovette spingere i fedeli a trasferirvi finalmente con i dovuti onori i resti mortali di S. Lanno che la pietà popolare continuava a circondare di venerazione e di culto. Il giovane cavaliere di Cristo poteva così riposare nel tempio cristiano e ricevervi l'omaggio devoto della popolazione.

Ara Pagana Rinvenuta Sotto il Pavimento della Chiesa di S. Maria

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Là rimase a lungo fino a quando l'invasione saracena nelle terre del lazio verso la metà del secolo IX disseminò di saccheggi e furti sacrileghi città e campagne. Ci si preoccupò di mettere al riparo tanto i tesori dell'arte quanto le preziose reliquie dei Santi perchè non venissero asportati o profanati dalle orde Saracene. Fu così che il corpo di S. Lanno venne nuovamente traslato e posto al sicuro nelle mura castellane, in un loculo che se doveva rimanere occulto alle scorrerie saracene doveva però essere ben noto alla pietà dei fedeli che con intrepida venerazione continuarono a stringersi attorno al loro Patrono perché li guardasse nell'anima e nel corpo in quell'epoca di perigliose vicende.

E la basilica di S. Maria ? Probabilmente andò distrutta in quel periodo in un incendio ad opera dei Saraceni, ma la tenacia dei Vasanellesi non avrebbe tardato a riedificare alla dolce Madre del Cielo un tempio più grandioso e più solenne del precedente. Sorgeva così verso il 1100, sui ruderi della primitiva basilica, l'attuale chiesa preromanica, un capolavoro di arte e di antichità.

Sobria, essenziale nelle linee purissime svetta in alto con le tre navate sostenute da nude colonne in peperino, avvolgendo chi entra in un clima di soprannaturale misticismo. Quella sua presenza millenaria si direbbe un ininterrotto canto di Gloria al Dio che vi è presente e che resta immutabile e al di là dei tempi.

In alto, al centro dell'abside, una finestra a forma di croce si illumina delle prime luci del mattino e raccoglie gli ultimi raggi del sole morente rievocando così con rara efficacia il Mistero di Croce e di Redenzione che ogni tempio cristiano perpetua e attualizza nei secoli. Una breve gradinata permette di accedere al presbiterio e nel mezzo è l'altare.

Un'austerità di linee e di decorazioni che non trattiene i sensi in una curiosa ricerca di bellezze terrene, ma li slancia nella contemplazione del Mistero di Dio. Sotto il presbiterio si apre la cripta alla quale si accede per mezzo di due gradinate poste ai lati esterni delle navate laterali. Là attualmente riposa S. Lanno: racchiuso in un'urna di cristallo, in dolce atteggiamento di abbandono stringe tra le mani la palma del martirio. E' un bel lavoro del celebre cerista Mortula che nel 1827 realizzava questa commovente immagine del Martire, racchiudendo in essa le ossa rinvenute a suo tempo entro le mura castellane. Ma di ciò parleremo ancora più dettagliatamente. Quel che colpisce e attira in questa figura spontanea e giovanile è la dolcezza e la naturalezza del volto soffuso di un misterioso alone di vita: si avverte una presenza spirituale del Santo che toglie ogni senso di timore di fronte al mistero della morte. Lo sentiamo, lo sappiamo vivo perché il nostro è il «Dio dei vivi non dei morti», e chi ha affidato a lui la propria speranza di immortalità vive della vita stessa di Dio.

E là, accanto a quell'urna, è dolce inginocchiarsi e sostare pensosi, affidando e confidando ciò che forse creature umane sarebbero incapaci di accogliere e il cuore ci dice che qualcuno ha ascoltato e compreso. Allora è più facile bussare al cuore di Dio, perché il nostro cuore si ritrova più docile, più pronto a compiere la sua volontà, e prima ancora di chiedere per noi sentiamo che è giusto chiedere l'avvento del suo regno tra noi perché Egli è Padre e noi tutti suoi figli.

Sono queste le grazie più vere, quelle interiori, così importanti per la pace delle nostre coscienze !

Quante volte creature turbate, tentate, avvilite si sono allontanate da S. Maria con un cuore nuovo, leggero, cristiano ? Nessuno lo saprà mai, ma la devozione tenace di Vasanello per il suo S. Lanno dice che tutto ciò non è poesia ma pura realtà. La realtà del divino che silenziosamente è presente all'umano per lievitarlo, per trasformarlo, per consacrarlo a Dio.

Dall'alto, nella pala dell'altare maggiore, la Vergine Assunta, opera di un ignoto autore del 1500, veglia, dolcissima sui suoi figli: le mani giunte in preghiera ci ridicono senza posa il suo ufficio di mediatrice presso il trono di Dio. Santa Maria, Madre di Dio e Madre nostra, prega per noi peccatori, prega perchè alla nostra vita e alla nostra morte presieda il tuo Figlio divino e le tue mani purissime ci presentino a Lui e a Lui ci uniscano per sempre. Amen !

Tabernacolo Rinascimentale in Marmo nella Chiesa di S. Maria
Sovrastante un Ceppo di Ara Romana

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