Leggenda I della Fabbrica Hortana di Lando leoncini «Vita del Beato Martire Cavaliere di Gesù Cristo. Due miglia lontano dalla città di Orte, nella terra di Bassanello, Diocesi Ortana, e ora giurisdizione del Principe di Palestrina Sig. Francesco Colonna, e costituito Ducato da S. Santità Paolo V e affidato al Sig. Giulio, figliuolo del predetto Sig. Principe nel 1619, essendo dipesa nei tempi antichi tanto nelle cose temporali come in quelle spirituali da detta città, si onora il corpo del glorioso Cavaliere Beato Lando che ivi fu martirizzato e sepolto. Detto glorioso Martire si dipinge a cavallo con uno stendardo rosso in mano, consegnategli dalla Beatissima Vergine con il vessillo salutifero della S. Croce, bianca in detto campo rosso; nel cui territorio appaiono fino ad oggi le orme e le impronte del suo cavallo che scese per alcune scale molto precipitose e scoscese; la sua festa si celebra il 5 maggio con molto concorso di popolo che devotamente, nel soffrire di dolori alla testa, pone il capo sopra il sepolcro di detto Martire, ove si sente strepito, come di tamburo; il giorno della sua festività e per essere vicino alla detta Città e Diocesi (Diocleziano anno 284), se ne celebra la festa ogni anno nel nostro Vescovado. Il martirio e la vita è questa ricavata dalle Scritture antiche di detto loco di Bassanello, luogo veramente bello, popolato e civile... Vita di S. Lando, martirizzato da Diocleziano Imperatore. Il glorioso martire S. Lando fu fratello di S. Valentino, S. Rotilio, S. Florenzio, S. Ilario e di S. Felicissima, e questi fratelli vissero al tempo dell'Imperatore Diocleziano. S. Lando, però, era il più giovane degli altri suoi fratelli e così lo allevarono onestamente e lo mandarono a scuola, perché divenisse dotto: giunto all'adolescenza, per la sua santità, fu fatto Cavaliere di Cristo e andava predicando per il mondo e convertiva infiniti infedeli e pagani affinchè giungessero alla Fede di Gesù Cristo. Dopo venne in Italia e ritrovò i suoi fratelli a Faleri, qui vicino, i quali erano rinchiusi in una grotta, e un Angelo gli rivelò dove stavano e cosi li battezzò tutti. Venendo poi da queste nostre parti, fece molti miracoli, guariva gli storpi, ciechi e muti, ai quali rendeva la parola. Nel breve spazio di pochi giorni fu condotto davanti all'imperatore Domiziano, severissimo e crudele verso la Fede cristiana, e quando fu davanti a lui questi gli domandò se era cristiano, dicendogli di rinunciare alla SS. Fede di Cristo e di sacrificare ai suoi falsi Dei, se voleva scampare alla morte. Allora, in quell'istante, Dio onnipotente mandò un suo Angelo al glorioso S. Lando, perché resistesse forte ne! martirio e non temesse la morte, dovendo conquistare la Gloria del Paradiso, II gloriosissimo S. Lando rispose al crudele tiranno: «Io sono chiamato il Cavaliere di Gesù Cristo e di tutta la Sua gente, Sono nato nell'Alemagna (l'attuale Germania) secondo la sua volontà, mi chiamo Lando, obbediente, e sono venuto qua prigioniero e legato secondo quanto hai imposto e comandato». Allora quel malvagio Imperatore disse al glorioso S. Lando: «Io ti prometto che se non ti correggi, sacrificando ai miei Dei, certamente procurerai del danno a te stesso. Lascia la tua falsa fede cristiana e abbraccia per amor mio la fede pagana». E il glorioso S. Lando rispose: «O falso Imperatore malvagio e crudele, tu vuoi che io sacrifichi a Dei mortali. Io voglio sempre adorare Cristo, il quale creò tutti gli elementi, l'aria e la terra e il mare profondo, il quale è certamente giusto Signore di tutto il mondo». Subito il malvagio tiranno con gran furore ed urto comandò a due suoi messaggeri: «Presto, presto, pigliatelo e portatelo fuori del Paese e battetelo finché vedrete uscire il sangue. Visto che dice di essere cavaliere di Cristo vedremo se è la verità che dice questo malvagio». Poi ritornando dall'Imperatore dissero: «Abbiamo fatto quanto ci è stato comandato, gli abbiamo inflitto pene, guai e grande tormento». Domiziano (erroneamente per Diocleziano) disse: «Come ti senti, o Lando, hai tu cambiato opinione ? Va, ritorna volentieri ai miei Dei e piegati alla mia intenzione perché vedo che sei un giovanetto di bell'aspetto e distinto; ti terrò in grande considerazione e ti farò Capitano e gran Signore se tu lasci il tuo errore e ti darò gran potere e gente, se lasci il tuo Cristo che non vale niente. Abbraccia dunque questo buon partito e ti farò tra i primi Signori che io abbia». A questo risposte il Glorioso S. Lando: «Ah, malvagio Imperatore Diocleziano, lupo rapace, nemico maledetto, seduttore delle anime cristiane, vuoi tu che io lasci Cristo benedetto per il tuo argento, le tue vesti e altre cose vane ? Va', va' ad abitare nel profondo dell'Inferno con tutti quelli che hai detto. Va' ribaldo, nemico falso e malvagio, poiché io sto per distruggere il tuo Dio». Condotto al tempio, pregò Cristo e sull'istante cadde l'Idolo di Marte e ammazzò i suoi sacerdoti e molti altri Pagani, e questo fu denunziato all'Imperatore ed egli, acceso d'ira, comandò con gran furore che fosse legato nudo ad un albero e le sue carni fossero attanagliate con fuoco ardente e gli fossero tolte le mammelle. Ed egli alzando gli occhi al cielo diceva: «O sommo Iddio, sempre sii ringraziato per aver tanta misericordia del tuo Servo, poiché da ogni tentazione e martirio mi hai liberato: mi hai fatto forte nella tua santa fede. Dammi fortezza fino all'ultimo momento, che io voglio soffrire per tuo amore». I carnefici iniqui e maledetti dicevano: «Ribaldo e ingannatore, tu non scamperai dalle nostre mani, morirai». Quindi, dopo averlo in tal modo tormentato e attanagliato, lo condussero nuovamente dinanzi all'Imperatore il quale non potendo più vederlo, comandò che gli fosse tagliata la testa, e così giunta al termine la sua vita, l'anima fu portata dagli Angeli in Paradiso. Questo atto e martirio e morte del Beato Lando fu eseguita fuori le mura di Bassanello, dirimpetto alla Porta, a un tiro di mano, ove è una chiesetta detta di S. Lando e del suo Martirio, che da quel giorno ne porta il nome. Il suo preziosissimo corpo fu portato in Paese e sepolto vicino le sue mura dentro la Chiesa di S. Maria, a sinistra vicino al campanile ove s'ascende mediante scalini tanto dentro come fuori della Chiesa nel Portico.
Loculo Sepolcrale di S. Lanno nelle Mura Castellane In alto sta il suo Altare e la cappella, e sotto ad esso sta il suo Beatissimo corpo che con molta devozione è venerato e onorato non solo da quel popolo, ma da altri infiniti popoli, ottenendosi continuamente per i suoi meriti molte grazie per chi le invoca e massimamente per il dolore della testa. Percò dicono i vecchi che si chiamava la festività della testa del Beato Lando. Il suo sepolcro è di marmo, e nel senso della larghezza è scolpita una colonna e a capo una croce.
Stele Rinvenuta nel Loculo Sepolcrale di S. Lanno La detta festività si celebra ogni anno con molto concorso di popolo il cinque maggio, sostenendo detto Popolo spese non solo per i Religiosi ma anche per altri forestieri che vogliano andare alla casa della Compagnia del Beato Lando; e tra quella popolazione buona parte degli uomini si chiama con questo devotissimo nome di Lando. Questa vita è stata ricavata da antiche scritture di Bassanello proprio come era scritta, soltanto si è lasciato il principio dell'Invocazione, poiché fu fatta come una di quelle orazioni che si sogliono recitare nelle festività degli scolari; e la si ebbe dal Rev. Don Bartolomeo Libriani, Rettore dei SS. Salvatore e Valentino di detto Paese. Vi sono altri versi latini ritrovati su carta pergamena, come questa Vita, nelle coperture di alcuni timpani o cembali, come si legge in detta Fabrica Ortana cart. 164, Parte IV».
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Prefazione del Vescovo Marcello Rosina
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S. Lanno ! Leggenda o Realtà ?
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