Vignanello

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Vignanello (01039) Dista 8 Km. da Vasanello

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 Recapiti del Comune

Comune di Vignanello Via G. Matteotti, 12 0761.75631 0761.7563213 E-Mail Sito Web Ufficiale

Notizie

Vignanello (VT) è un comune con 4.751 abitanti, a 24 km. circa da Viterbo e 64 da Roma.

Feste e Tradizioni

Festa del Vino, commemorazione di San Biagio e Santa Giacinta, Carnevale Vignanellese, Fiera della Madonna (o dello Sbattolò), Festa del Vino Novello. Vignanello è famoso per i suoi vini, le nocciole, le castagne e l'olio extra vergine d'oliva.

La produzione di vino, in particolare, risale almeno al secolo IV a.C., come attesta il ritrovamento nella necropoli del Molesino di uno stamnos falisco, e quindi locale, a figure rosse, in cui Dioniso rivela a suo figlio Oinopion il mistero del vino. Lo stamnos si può ammirare al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, Roma. La Festa del vino, che si svolge a metà agosto, costituisce tuttora un'attrazione turistica. Si svolse per la prima volta nel 1937, quando Vignanello era considerata una rinomata località di villeggiatura, come attestano gli articoli del famoso giornalista Giovanni Mosca, che ne scrisse sul Popolo di Roma. Il vino di Vignanello tradizionale, bianco e asciutto, nell’Ottocento e per una buona metà del Novecento, veniva portato a Roma, prima col barroccio e poi coi camioncini, per rifornire osterie e cantine private. Ed era a quanto pare molto apprezzato. Come scrive infatti Giuseppe Gioacchino Belli, nel sonetto Er vino è ssempre vino, Lutugarda, del 3 ottobre del 1831:

"E’ bbono asciutto, dorce, tonnarello, solo o ccor pane in zuppa, e, ssi è sincero, te se confà a lo stommico e ar ciarvello. E’ bbono bbianco, è bbono rosso e nnero; de Ggenzano, d’Orvieti e Vviggnanello: ma l’este-este è un paradiso vero!"

Hans Barth, un poeta tedesco che ha soggiornato a lungo a Roma, autore di un libro dal titolo: Osteria. Guida spirituale delle osterie italiane da Verona a Capri, pubblicato a Roma nel 1909, con prefazione di Gabriele D'Annunzio, scrive: “Zampilla nella provincia di Roma, nella foresta del Cimino, fra Viterbo e Gallese, un vinello che non ti posso descrivere! Un vinello che brilla come il dono della Gallia, scivola come un nettare... mi sembrava che io ne fossi preso e che lo spirito del Dio mi scorresse dentro sollevandomi ogni più minuscola vena. Questo vino è il divino Vignanello. Già lo ha vantato Gioacchino Belli, ma solo là, ove nasce, sprigiona tutto il suo fascino. Vuol essere assaggiato soltanto nelle cantine private, nelle antiche tombe etrusche; lì soltanto spumeggia, come lo champagne, imperla il bicchiere e diffonde in tutto il tuo essere una beatitudine tranquilla, voluttuosa”.

Due anni dopo la pubblicazione del libro di Hans Barth, e precisamente nel 1911, la prima Cantina Sociale di Vignanello, sorta nel 1903, vinse la medaglia d'oro all'Esposizione Internazionale di Torino con la presentazione del Greco di Vignanello. Il vino di Vignanello ha ottenuto il riconoscimento della indicazione geografica tipica “Colli Cimini” nel 1989 e la DOC nel 1992. Oggi offre una gamma di rossi e di bianchi, tra i quali il classico “Greco”.

Attrazioni Turistiche

Notevoli, da un punto di vista monumentale e architettonico:la Porta del Molesino del 1692, detta anche "Porta del Vignola", l’Edificio Comunale del 1856, il Vecchio Palazzo Pretorio del 1618, il Nuovo Palazzo Pretorio, del 1730, opera dell’architetto genovese Giovan Battista Gazzale, la Colonna Citatoria di Piazza Gramsci (già Piazza Colonna), dell’architetto Giovan Battista Gazzale, eretta anch’essa nel 1730 e ora nel Parco Ruspoli, I Casini Ruspoli o Palazzo cogli archi 1722-1725, su progetto del Contini e costruito sotto la direzione di Gazzale, il Castello Ruspoli del 1531-1538. E infine: la Fontana barocca del 1673 secolo, il Monumento ai Caduti del XX secolo, eccetera. Il Castello, in particolare, e il suo Giardino, sono considerati dalle guide turistiche una delle maggiori attrazioni del viterbese.

A Vignanello ci sono inoltre numerose chiese. Le principali: Chiesa Collegiata di Santa Maria della Presentazione (1710-1723), opera di Contini – Gazzale, consacrata da Benedetto XIII nel 1725. La chiesa di San Giovanni Decollato, 1614, che nel 1893 fu dedicata anche all’Immacolata e contiene un quadro di scuola bolognese raffigurante la Vergine. La chiesa dei SS. Angeli Custodi, edificata nel 1705 e posta alla sommità del Borgo del Molesino. Ospitava la confraternita dei Sacconi, istituita da Santa Giacinta Marescotti nel ‘600 e introdotta a Vignanello dal principe Alessandro Ruspoli nel 1816. La chiesa di S. Sebastiano, 1625, che custodisce una Vergine Maria con San Sebastiano e San Francesco attribuita al Pomarancio (ma non è assodato di quale dei due artisti noti con questo nome si tratti). La chiesa di S. Francesco, 1618, originariamente dedicata a San Biagio, patrono del paese, e quindi dedicata a San Francesco nel 1726. La chiesa della Madonna delle Grazie, antica chiesa che risale alla fine del XIII secolo, già descritta come pericolante agli inizi dell’800 e attualmente inglobata all’interno di un edificio. La chiesa della Madonna del Pianto, edificata col concorso popolare nel luogo in cui s’era verificato un miracolo, fu consacrata nel 1725. La chiesa di S. Lorenzo e il Convento delle Suore passioniste: un complesso edificato nella zona del Molesino nel 1915 grazie ai lasciti delle sorelle Clementina e Giacinta Gionfra. La chiesa di Santa Maria Vergine di Sudano, che risale al XVI secolo (nell’area circostante è sorto il Cimitero a partire dall’Ottocento). La chiesa della Madonna di Maregnano, eccetera.

Numerose opere d’arte sono custodite nei palazzi e nelle chiese. Interessanti sono anche le aree archeologiche del Molesino e di Cenciano, la necropoli della Cupa e i Connutti o cunicoli della Vignanello sotterranea.

Da un punto di vista paesaggistico, "la cittadina, allungata su uno sprone tufaceo delimitato da due profonde incisioni, ha bella vista sulla valle del Tevere ed è tra le più interessanti del Lazio – scrive la Guida del Lazio del Touring Club – per il carattere delle sue vie e per la vivace vita popolare che le anima”. Possibilità di escursioni al Monte Cimino e al Lago di Vico.

Gastronomia

Lo sviluppo economico ha in parte ridimensionato la fama di località di villeggiatura di cui Vignanello godeva un tempo. Non ha alberghi, ma il turista può accomodarsi in alberghi dei dintorni o in strutture agroturistiche. I ristoranti sono per ora due soltanto, ma la cultura gastronomica del paese merita d'essere conosciuta ed è stata illustrata dal maggior esperto di cucina viterbese, Italo Arieti, Tuscia a tavola, 1987, Primaprint ed., Viterbo. Nel libro di Paolo Andreocci, Le ricette di nonna Angelina, 2006, Ghaleb editore, Vetralla, si individua nell'uso del finocchio selvatico (Foeniculum vulgare) il carattere distintivo della cucina vignanellese tradizionale.

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Orari
Autobus

Vasanello - Vig. - Vall.:       06,45 - 07,10 (SC) - 08,50 - 13,35 (NS) - 13,50 (SC) - 15,20 - 18,25

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Vall. - Vig. - Vasanello:       06,00 - 07,05 - 09,35 - 14,45 - 19,25

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