Chiesa Colleggiata dei SS Filippo e Giacomo
Questa bella e grande chiesa, con il suo prospetto delimita parzialmente il lato Est di Piazza Maggiore. Ha facciata di stile rinascimentale divisa in due piani da marcapiano e ciascun piano, a sua volta, è diviso in tre campi da leggere lesene poggianti su di un basamento o zoccolo. Il campo superiore centrale, ove si apre un finestrone ben rifinito, è sormontato dal timpano riquadrato con cornice. Nel campo centrale del primo piano si trova ampio ingresso al tempio riquadrato da cornice in travertino di bella fattura e ornato superiore. L'architrave porta incisa la scritta: "SS. IACOB. ET PHILIP. DIC. A.D. MDCXXX". Nei campi laterali si aprono altri due più modesti ingressi riquadrati da semplice cornice. Affianca la chiesa un bei campanile a torre con cella campanaria contenente quattro campane e soprastante piramide ferrea con campana che serviva per suonare le ore dell'orologio di cui è fornito. L'interno è a tre navate divise da tre pilastrate per parte destinate a sostenere, tramite arcate, il peso del sopralzo della navata centrale, della grande volta e relativo tetto. Detta navata centrale misura, m. 22,80 di lunghezza per m. 7,00 di larghezza, ed è bene illuminata da otto fìnestroni. Le navate laterali che misurano m. 22,80 di lunghezza per 4,00 di larghezza, anch'esse sono coperte a volta e con pareti divise in quattro campi ciascuna ove, anticamente, si trovavano otto altari mentre oggi ne rimangono soltanto quattro. Proseguimento della navata centrale, che misura m. 7,50 di lunghezza per m. 6,65 di larghezza, costituisce il presbiterio. Questo è di livello leggermente più alto rispetto alla navata di circa cm. 20, coperto a volta, con finestrone a semicerchio nella parete di fondo e due balconate simmetricamente disposte nelle pareti laterali. L'intera superficie della chiesa ha pavimento in cemento granigliato lucidato e riquadrato da fasce dello stesso materiale di vari colori. Alla sinistra del presbiterio trovasi la nuova sagrestia che, tramite scalata interna, permette di raggiungere un altro vano soprastante;mentre alla destra trovasi la vecchia sagrestia che, tramite scalate interne, permettono di raggiungere un altro vano soprastante e l'antica "Chiesola" sottostante ristrutturata a sala cinematografica parrocchiale, soppressa però nel 1966. Facendo un rapidissimo giro all'interno della chiesa iniziando dalla navata laterale in "cornu epistulae", possiamo ammirare: nel primo campo un bellissimo battistero in pietra finemente lavorato risalente presumibilmente alla fine del XV secolo, nel secondo campo l'altare dedicato al SS. Rosario con pregevole cinquecentesco quadro su tela raffigurante la Madonna con Bambino in braccio e i Santi Domenico e Caterina contornato dai quindici misteri, nel terzo campo, al di sopra del confessionale, altra seicentesca pala raffigurante la Madonna Assunta attorniata da un volo di Angeli, nel quarto campo l'altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù con simulacro in gesso. Sopra l'ingresso della vecchia sagrestia trovasi altra seicentesca pala con le immagini della Madonna con Bambino in braccio e i Santi Andrea e Lorenzo. Nel presbiterio, oltre al bellissimo altare maggiore dello Scalza con soprastante seicentesco tabernacolo ligneo affiancato da sei candelieri di rame argentato donati dal Sig. Francesco Menicucci-Persi nel 1783, trovasi appesa alla parete di fondo una grande pala ottocentesca raffigurante la Madonna della Neve e i Santi Giacomo e Filippo, opera del pittore viterbese Pietro Papini. Proseguendo il nostro giro nella navata in "cornu evangeli", appena sopra l'ingresso della nuova sagrestia, troviamo un altro pregevole seicentesco quadro raffigurante l'Annunciazione. Nel quarto campo l'altare dedicato al SS. Crocifisso ove, all'interno della retrostante cappellina, trovasi il miracoloso simulacro del Cristo in Croce. Nel terzo campo, al disopra di altro confessionale, vediamo un seicentesco quadro raffigurante l'Ultima Cena. Nel secondo campo troviamo l'altare dedicato all'Assunta ove possiamo ammirare una pregevolissima tavola quattrocentesca raffigurante la Madonna Assunta contornata da Angeli la quale, anticamente, era inserita in un artistico contenitore ligneo atto ad essere trasportato processionalmente ed avente due sportelli apribili con sopra dipinti i Santi Pietro e Giovanni Battista, quest'opera viene attribuita dai critici all'anonimo Maestro di Castiglione in Teverina. Alla destra e sinistra dell'altare, si possono ammirare altri due ottocenteschi quadri raffiguranti i Santi Marco ed Isidoro, opera del pittore Pasqualoni di Orvieto, e, al vertice dell'altare, un quadro rotondo raffigurante San Vincenzo Ferreri. Nel primo campo, trovasi un grande armadio a muro nel cui interno vengono conservate le Sacre Reliquie appartenenti alla chiesa stessa.
Chiesa della Madonna della Neve
È eretta ad est dell’abitato di Castiglione in Teverina, alle pendici della collina. Ha semplice facciata arricchita da bel portale rifinito da cornici finemente lavorate sormontato da lunetta ove all’interno, su maioliche dipinte a mano, è effigiata la Madonna della Neve. Alla destra del portale si trova una finestra con grata ferrea ed in alto l’occhio della facciata. L’interno è ad unica navata che misura m 17.50 di lunghezza per m 9.50 di larghezza, coperta a tetto visibile sorretto da arcate in muratura e pavimento in cotto. Il presbiterio, con al centro l’altare maggiore e retrostante pala in affresco raffigurante la miracolosa immagine della Madonna con il Bambino in braccio, ha pianta quadrata di m 6.20 di lato coperto a volta e diviso dalla navata con una balaustra in pietra sormontata da una serie di colonne e cimasa superiore ove si trova incisa la scritta "Virginis Nevis 1550". Tutte le pareti che compongono la chiesa, come pure la volta presbiteriale, sono riccamente ornate da affreschi attualmente in pessimo stato di conservazione. Tramite una porta che si apre nel presbiterio in "cornu epistolae" si accede alla sagrestia, sopra la quale si trova un campaniletto a vela con nuova campana, mentre l’antica, del peso di 600 libbre e portante la scritta "Ave Regina Celorum Ave Domina Angelorum Magister Bernardinus MDXXX", venne da qui tolta nel 1812 e issata sul campanile della collegiata dei SS. Filippo e Giacomo. In aderenza alla chiesa e alla sagrestia, si trova l’antica casa dove abitarono i vari Eremiti e Cappellani succedutisi nel tempo mentre oggi, ristrutturata e ampliata, è adibita a casa colonica. Notizie Storiche: Lungo la via che conduceva a Baschi dell'Umbria, sul portone di accesso ad un fondo chiuso chiamato Lolle, era dipinta ad affresco una Virgo lactans tra angeli, conosciuta localmente come "Madonna delle Lolle". L'immagine realizzata sullo scorcio del '400 fu, secondo la tradizione, venerata immediatamente come icona miracolosa, tanto che la popolazione di Castiglione si adoperò in quegli stessi anni per far erigere una chiesa dove venerarla. Nel 1501, previa espressa autorizzazione richiesta direttamente a papa Alessandro VI scavalcando le prerogative del vescovo diocesano, fu iniziata la costruzione della chiesa, conclusasi nel 1509, su un terreno messo a disposizione dalla locale confraternita del Corpo di Cristo. Nella nuova chiesa l'immagine taumaturgica continuò ad essere venerata sotto il titolo di S. Maria della Neve -già in uso almeno dal 1550- titolo derivatole dal fatto di trovarsi lungo un importante percorso tiberino del pellegrinaggio romeo avente come proprio precipuo luogo di arrivo il santuario di S. Maria Maggiore a Roma. Questa sua peculiare caratteristica è ampiamente documentata dai numerosi affreschi che ornano le pareti della chiesa, dove è reiterata l'immagine della Vergine in trono affiancata da vari santi protettori del "cammino": s. Rocco, s. Sebastiano, s. Giobbe, s. Lazzaro, s. Cristoforo. La potenza protettrice della Vergine di Castiglione fu in alcuni casi fortemente travisata. In una visita pastorale del 1599 il vescovo visitatore venne a conoscenza di una inquietante consuetudine: di fronte all'altare dedicato alla Madonna Assunta e ai dodici apostoli venivano accese dodici candele per invocare sventure sui propri nemici e, affinché il maleficio riuscisse, si girava ritualmente per tre volte intorno alla chiesa. La Madonna della Neve di Castiglione è festeggiata ogni 5 di Agosto: era antica usanza offrire un ricco pranzo ai sacerdoti e ai notabili del paese, pagato con le offerte raccolte tra la popolazione; in tale data si correva anche un palio. Nel 1699 il vescovo diocesano, per evitare i frequenti eccessi che turbavano la festa, ordinò la soppressione dell'offerta del pranzo e un drastico ridimensionamento dei giochi. Sullo scorcio del XVIII secolo il culto conobbe una notevole flessione, al punto che nel 1855, in seguito ad una grave pestilenza, il Consiglio Comunale decretò che le sepolture avvenissero nella chiesa di S. Maria della Neve in luogo della chiesa collegiata. La minore frequentazione comportò una certa trascuratezza dell'edificio e delle sue pitture, che sono andate sempre più deperendo, danni cui hanno ovviato i recenti lavori di ripulitura e consolidamento.