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Il Casale

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La vita rurale e le sue consuetudini sono strettamente legate alla terra e la terra al casale, dove, anche senza pensare ai casi limite, troppi agricoltori vissero senza un minimo di conforti, in condizioni incompatibili  con le più elementari norme di igiene.

Sulle condizioni di abitabilità delle case rurali in Italia venne svolta, prima della ultima guerra, un'inchiesta dell'Istituto Centrale di Statistica.

Su 3.645.800 case rurali censite il 4,4 % risultò da demolire, 14,3 % bisognevole di grandi riparazioni, il 27,7 % di modeste riparazioni ed il 53,6 % abitabile senza riparazioni.

Inoltre, secondo tale indagine, il 32 % delle case coloniche era sprovvisto di acqua potabile; il 60 % di acquedotto; il 23 % non aveva latrina nè all'interno nè all'esterno.

Le condizioni delle case rurali erano perciò al di sotto dei minimi igienici di abitabilità e questo voleva dire anche che l'abitazione rurale antigienica influiva indubbiamente sulla salute di chi lo occupava.

I fattori tipici, cioè la temperatura, l'umidità, le correnti d'aria, agendo per eccesso o per difetto, erano causa di disagio e di malattie, quali polmonite e bronchite, facilitate dall'azione del raffreddamento, oppure le forme reumatiche, favorite dall'umidità associata al freddo.

Ma anche i fattori chimici potevano essere chiamati in causa. Il viziamento dell'aria, dovuto al sovraffollamento degli ambienti, alle emanazioni provenienti dalle stalle sottostanti o contigue ai locali di abitazione.

Nel casale antigienico, poi, più facilmente potevano agire fattori infettivi e parassitari, mentre l'insufficiente cubatura facilitava il contagio intrafamigliare di malattie.

E' da tenere presente che, almeno nel contesto del territorio di Vasanello, nel casale non c'era acqua per le necessità della alimentazione, della pulizia personale, della casa, e per il bestiame. Il più delle volte per rifornirsene, si doveva percorrere un cammino più o meno lungo per arrivare ad una sorgente o per attingere acqua ad una fontana pubblica in paese.

Ma nella maggior parte dei casi il casale era formato di un pozzo di acqua sorgiva o di una cisterna a disposizione della famiglia . Generalmente il pozzo era fuori casa, solo raramente si poteva attingere acqua senza uscire da essa.

Ragioni igieniche consigliavano il selciato intorno al pozzo, per una fascia di almeno 2 metri, per evitare l'appantanamento del terreno ed infiltrazioni ed infiltrazioni, come pure di tenere chiusa l'imboccatura del pozzo con un coperchio di legno, ma meglio di lamiera. Collegato al problema del rifornimento dell'acqua era quello degli scarichi.

Le acque luride dovevano essere convogliate ad un pozzetto in muratura e gli scarichi dovevano essere raccordati al pozzetto.

Quando esisteva, il pozzetto era scavato all'esterno del fabbricato, non a contatto con i muri di fondazione e doveva distare almeno 10 metri dal pozzo dell'acqua.

Altra osservazione da fare è che la maggior parte dei casali era scarsamente difesa dall'umidità, in quanto i muri esterni non erano intonacati, nè esisteva un marciapiede tutt'intorno con sgrondo verso l'esterno che servisse a mantenere asciutti i muri dall'umidità. Anche il tetto, che tanto più ripara quanto più sporge dal filo del muro, non difendeva abbastanza dall'umidità, in quanto poco sporgente e privo di grondaie efficenti.

Poco curate erano anche le aperture, sopratutto le finestre, che invece debbono garantire una sufficente illuminazione ed essere costruite in modo che chiudano bene, per non causare un disperdimento termico elevato.

Il pavimento del casale era costituito per lo più in terra battuta, in lastre di pietra o in mattoni di cotto.

Gli Ambienti del Casale

L'ambiente più importante della casa rurale era la cucina, nella quale si svolgevano molteplici attività.

Di solito la cucina era al piano terreno, ma quando era situata al primo piano ci si accedeva da una scala esterna, munita di un largo pianerottolo, spesso coperto a loggia. In ogni casa la cucina doveva essere molto ampia e, quando era possibile, andava sistemata in due zone, una per la preparazione degli alimenti, l'altra per il soggiorno ed il lavoro.

Elemento tradizionale indispensabile era il focolare, centro di raccolta di tutta la famiglia specie nelle lunghe serate invernali. Accanto alla cucina trovava posto una camera da letto, raramente un'altra cameretta. Nella stanza dei genitori dormivano anche i figli, ma molto spesso la famiglia era composta anche da qualche parente, nonni o zii anziani, che trovavano posto nella stessa camera da letto, separati dagli altri da una tenda, o nella cameretta attigua, o nei sottoscala. L'illuminazione, scarsa ed inadeguata, era effettuata con lumi a petrolio, candele e "scentilene" (acetilene).

Disposizione Interna e Arredamento del Casale

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Ambiente Cucina

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Come già è stato detto, la cucina era l'ambiente più importante: serviva per preparare e consumare i pasti e per il disbrigo di vari lavori, ma anche come soggiorno dopo il lavoro e nelle lunghe serate invernali.

Di frequente partiva dalla cucina, posta al pianterreno la scala per il piano superiore.

Questo portava ad inconvenienti per i rumori, ma sopratutto per gli odori,  il vapore ed il fumo che salivano dalla cucina. Per l'imbiancatura dei locali di norma su usava la calce, e si imbiancava generalmente  ogni anno a primavera. Si riservava il colore bianco ai soffitti fino a 40-50 cm da terra, si tingevano con colori forti, perchè più resistenti alla sporcizia. Per le camere da letto i colori utilizzati erano il verde chiaro e l'azzurro chiaro, mentre le pareti della cucina erano preferibilmente in giallo arancio.

Lo zoccolo, di 40-50 cm di altezza, era preferibilmente color marrone più o meno scuro o grigio. Porte e finestre erano in legno non verniciato qualche volta ricoperto con cementite. Il mobilio era in relazione al numero delle stanze ed alle loro dimensioni. Ai mobili in serie, costruiti dalle ditte specializzate di città  erano preferiti i mobili solidi e massicci costruiti da artigiani di campagna con legname stagionato, che veniva tirato ad olio cotto e che non perdevano perciò il lucido per una goccia d'acqua, che non si sfasciavano in pochi anni per l'umidità così frequente nelle case di campagna.

Generalmente erano mobili in legno di noce, di castagno o di rovere.

Al centro della cucina trovava posto il tavolo, contornato da qualche sedia o panca. Il posto d'onore, ma non sempre era presente, spettava al buffet, dove facevano mostra di sè tazze, piatti, bicchieri e bicchierini, disposti su ripiani decorati con merletti, come pure, sugli sportelli a vetri, cartoline illustrate e qualche fotografia. Più del buffet erano presenti le credenze a muro, ricavate da una nicchia chiusa da sportelli di legno.

Altro mobile della cucina era la madia, cioè il "catino", che era formata da due parti.

In quella superiore si impastava il pane e vi si deponeva dopo cotto; in quella inferiore, costituita da due sportelli, trovavano posto bottiglie ed altri utensili.

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Il Buffet


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Credenza a Muro

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Il Catino (Madia)

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Raramente vi erano quadri alle pareti: qualche santo, San Lanno, protettore di Vasanello in primo luogo Sant'Antonio Abate; fotografie e cartoline.

L'arredamento della camera da letto era semplice.

Il letto non sempre era comodo: spesso al posto delle reti c'erano tavole di legno e su di esse poggiava un pagliericcio, ripieno di foglie di pannocchie di granturco.

Le testate erano in ferro battuto.

L'armadio aveva molta importanza ma spesso veniva sostituito da quello a muro e dalla cassapanca.

Vicino al letto trovavano posto uno o due comodini, mentre vicino alla finestra, si poneva un lavabo in ferro battuto, corredato di brocca e di recipiente per l'acqua di rifiuto, dal momento che non c'era bagno, nè acqua corrente.

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Il Letto

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Coppia di Comodini

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l'Armadio

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La Cassapanca

 

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Il Lavabo

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La biancheria "buona": lenzuola, federe, asciugamani, portati in dore venivano tenuti nella credenza per biancheria su cui generalmente venivano disposte in bella mostra cornici con foto ricordo e nel comò, che poteva esssere formato da soli cassetti o sormontato da una specchiera.

La pulizia ed il mantenimento di questi ambienti spettava, naturalmente, alla donna della famiglia, che, per altro, era anche impegnata nei lavori di campagna.

Se si tiene poi conto della mancanza di ogni comfort (acqua, corrente elettrica, servizi igienici ecc.) si comprende come ogni azione della donna, anche la più semplice, fosse più difficile e più gravosa.

Il suo tempo dedicato alle varie attività domestiche era frazionato al massimo: solamente il 3 % era dedicato alla cura dei figli; il 43 % ai lavori di cucina; il 22 % alla pulizia della casa; il 10 % a lavare; il 10 % al cucito ed al rammendo; il 12 % alla preparazione di conserve alimentari; lo 0 % a svaghi o hobby.

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Credenza per Biancheria

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Il Comò

 

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Comò con Specchiera

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