I
Personaggi Storici del Castello di Vasanello
Giulia Farnese
Giulia Farnese - (Canino,
1474 –
Roma,
23 marzo
1524) fu una donna di
straordinaria bellezza. Dotata di un fascino tale da
valerle fra i contemporanei l'appellativo di Giulia
la Bella, è descritta come una donna dalla statura
media, le forme proporzionate, la carnagione perlacea e
grandi occhi neri in un viso aggraziato e rotondo,
incorniciato da una lunga capigliatura corvina che ella
soleva schiarire secondo i canoni della moda del tempo.
Fu proprio la sua avvenenza ad aprire a lei e alla sua
famiglia la via del potere e della ricchezza, dando
inizio alle tante fortune che segneranno il destino di
casa
Farnese.
La sua descrizione fisica ci è
giunta grazie a dei frammenti di lettere scritte dai
suoi contemporanei. Per esempio, un corrispondente di
Cesare Borgia dalla corte di
Pesaro ci parla di niger
oculos. Lorenzo Pucci, marito della sorella Gerolama
scrive al fratello “ha la più bella capigliatura che
possa immaginarsi”. Le sue dame di corte raccontavano
che per evidenziare la sua carnagione chiara era solita
dormire in lenzuola di seta nera. Questa era Giulia, una
miscela esplosiva di freschezza, garbo e seduzione.
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Giulia Farnese (1474 -
1524)
Forse Giulia Farnese
Ritratta da Raffaello (1505) |
Le Origini
Giulia nacque a Canino, possedimento di famiglia, nel 1474, da
Pier Luigi Farnese, e Giovannella
Caetani, discendente, quest'ultima,
dell'illustre dinastia di
Sermoneta alla quale era appartenuto
papa Bonifacio VIII. Prima di lei, la
coppia aveva già messo al mondo un maschio, Alessandro, che
ascenderà al soglio pontificio nel 1534
col nome di
Paolo III. Ad essi seguivano un
sorella, Gerolama, e un fratello, Angelo. Dell'infanzia di
Giulia non si sa quasi nulla; probabilmente crebbe nelle terre
di proprietà della sua famiglia, nei dintorni del
lago di Bolsena e, come usava
all’epoca presso l’aristocrazia, fu educata in un convento a
Roma. Qui apprese tutte le nozioni che
erano necessarie ad una fanciulla del suo rango: non solo le
discipline tradizionali, ma anche i codici comportamentali ai
quali avrebbe dovuto ispirare la sua vita di donna nel rispetto
dei valori, usi e consuetudini della società aristocratica del
suo tempo. Nel 1487, all’età di tredici anni, Giulia restò
orfana di padre. La madre Giovannella ritenne quindi opportuno
dar seguito all'accordo tra il marito Pier Luigi e il signore di
Bassanello circa il fidanzamento dei figli.
Il
Matrimonio con Orsino Orsini
L'ingresso di Giulia nel mondo dell'aristocrazia
romana avvenne nel
1489,
quando fu concessa in moglie ad Orso
Orsini (detto Orsino) dei duchi di
Bassanello, una delle famiglie più in vista e
potenti del Lazio: sgradevole nell'aspetto, era affetto da una
devastante foruncolosi che gli deturpava il viso ed era
soprannominato Monuculus Orsinus perché orbo di un occhio, che
copriva con una fascia nera. Le nozze si celebrarono a
Roma
il
21 maggio 1489, nella dimora del
potente
cardinale
spagnolo
Rodrigo Borgia, che pochi anni dopo
sarà eletto papa col nome di Alessandro VI. Giulia aveva 15 anni
ed andava in sposa ad Orsino, conte di
Nola,
sedicenne figlio di Lodovico e di Adriana de Mila, cugina del
cardinale Borgia, per ragioni di mera convenienza. A quell’epoca
Giulia, da almeno un anno, era diventata l’amante del cardinale.
Il futuro papa era un uomo molto incline alla sensualità e
all'epoca del matrimonio di Giulia aveva già avuto quattro figli
dalla sua amante
Vannozza Cattanei, oltre a quelli
avuti da donne rimaste sconosciute. Giulia, com'era suo dovere,
seguì Orsino nel feudo di Bassanello. Ben presto, però, ogni
pretesto fu buono per allontanarsene con sempre maggiore
frequenza. Le occasioni non le mancarono: vuoi per recarsi nella
residenza romana degli Orsini, in Monte Giordano; vuoi per far
visita alla suocera, nel palazzo romano a due passi da San
Pietro dove Adriana viveva insieme a
Lucrezia, giovane figlia di suo cugino
Rodrigo Borgia.
Amante di
Rodrigo Borgia
L'incontro con Giulia fu una vera folgorazione per il cardinale
quasi sessantenne, che volle a tutti i costi fare sua quella
fanciulla così avvenente. Giulia, non ancora quindicenne, gli fu
così offerta su un piatto d'argento: un muto patto scellerato
dal quale tutti si riproponevano grandi benefici. Il cardinale
poteva aggiungere una nuova perla alla sua già ricca collezione
muliebre. Giovannella e Adriana avrebbero usato l'ascendente di
Giulia sul cardinale per ottenere onori e privilegi per i
rispettivi figli Alessandro e Orsino. Nei mesi immediatamente
successivi al matrimonio con Orsino, Giulia divenne a tutti gli
effetti la nuova amante riconosciuta del Borgia, completamente
accecato dalla passione per quella giovane bella e conturbante.
Per assicurarsi la vicinanza della sua favorita, Rodrigo ottenne
che i coniugi Orsini dimorassero nel palazzo di
Santa Maria in Portico, residenza di
Adriana de Mila. Fu proprio Adriana la principale sostenitrice
della relazione fra il cardinale e la nuora, consapevole com'era
di poter ottenere molti privilegi facendo leva sulla smodata
passione di Rodrigo per Giulia la Bella. A fare le spese della
tresca amorosa era unicamente Orsino, costretto a recitare il
ruolo scomodo del marito accondiscendente. Ma negli anni
seguenti anche lui riceverà la sua ricompensa per la vicinanza
al Borgia, che si apprestava a mettere le mani sulla
tiara
papale. Quella che avrebbe dovuto essere una semplice storia di
letto si trasformò in una incontenibile passione senile,
devastante e ossessiva, la cui fiamma brillò a lungo, alimentata
da un desiderio accecante e da una gelosia morbosa e a tratti
delirante, arrivando al punto di minacciarla di scomunica se
Giulia si fosse recata dal marito!
Presa
dimora a Santa Maria in Portico, Giulia poté stringere una forte
amicizia con
Lucrezia Borgia, figlia del cardinale
e nipote di Adriana, alla quale era stata affidata affinché
fosse educata come una vera principessa di sangue reale. Fra le
due fanciulle nacque un legame di profonda simpatia reciproca,
data anche dalla diversità della loro estrazione: Giulia era
cresciuta in campagna, educata in maniera semplice e frugale;
Lucrezia era invece figlia della Roma di quegli anni, avvezza ai
costumi poco edificanti della città papale, inserita negli
ambienti corrotti della nobiltà e della gerarchia ecclesiastica.
A saldare il loro legame fu forse proprio la condizione di
sudditanza al volere di Rodrigo Borgia.
Rodrigo
Borgia Eletto Papa
Il
30 novembre
1492
Giulia diede alla luce la sua unica figlia, Laura. Da poco più
di tre mesi Rodrigo Borgia era diventato Alessandro VI. La
piccola fu ufficialmente presentata come figlia legittima di
Orsino, ma i sospetti che si trattasse di una creatura del
Borgia non erano per niente infondati. Alcune cronache
dell'epoca raccontano di una lampante somiglianza fra la bambina
e il cardinale e certe coincidenze temporali circa il periodo
del concepimento avvalorerebbero la tesi. In ogni caso,
Alessandro VI, in una sua famosa lettera a Giulia, seppur
indirettamente, smentisce questa ipotesi. Laura assunse il
cognome degli Orsini e fu di fatto erede del monocolo. La
nascita di Laura costituì il pretesto per il definitivo
allontanamento di Giulia da Bassanello.
L'assunzione della dignità pontificia non mutò minimamente la
condotta del Borgia e la bella Farnese continuò ad essere la
benvenuta fra le sue braccia. Da quel momento, Giulia non fu più
solamente l'amante di un cardinale, ma fu la
concubina ufficiale del papa, capo
della
Chiesa Universale, sovrano dello
Stato Pontificio, Vicario di Cristo in
Terra. Le maldicenze sul conto di Giulia crebbero a dismisura,
tanto che i romani presero ad appellarla col nomignolo di
concubina papae o addirittura, con maliziosa ironia, sponsa
Christi.
Con
l'ascesa al soglio di Pietro, Alessandro cominciò ad elargire
donazioni e benefici a tutti coloro che rientravano nella sua
cerchia fidata. A cogliere i frutti della benevolenza del nuovo
papa fu anche la famiglia Farnese, in qualche modo
"ricompensata" per le grazie che Giulia continuava a concedere
al pontefice: l'anno successivo alla sua elezione, il Borgia
elevò alla porpora cardinalizia il fratello di Giulia,
Alessandro, appena venticinquenne. I maligni non si lasciarono
sfuggire l'occasione per ironizzare sulle ragioni di quella
rapida consacrazione, tanto che Alessandro Farnese fu
soprannominato il cardinale della Gonnella, con evidente
allusione ai guadagni ottenuti per i favori della sorella. Ma
anche l'umiliato Orsino fu destinatario di una generosa
elargizione da parte del papa, che nel 1494
gli fece dono del feudo di
Carbognano.
La Fine del
Concubinato
A
partire dal
1493
la vita di Giulia la Bella subì profondi cambiamenti. Nel giugno
di quell'anno, la quattordicenne Lucrezia, figlia del papa, era
andata in sposa a
Giovanni Sforza, Signore di
Pesaro. Poco tempo dopo, Lucrezia
partì per prendere dimora nella città dello sposo e Giulia
Farnese partì con lei come dama d'onore, accompagnata dalla
suocera Adriana de Mila. Il soggiorno di Giulia a Pesaro si
protrasse oltre il previsto, poiché il papa cominciò a
reclamarla con forza a Roma. Le truppe del Re di
Francia
Carlo VIII stavano invadendo l'Italia
puntando dritti verso la Città Eterna e Alessandro VI,
preoccupato per l'incolumità dell'amata, le ordinava il rientro
in
Vaticano. Un fatto nuovo, però, doveva
turbare i piani del papa: Angelo Farnese, fratello di Giulia,
versava in gravi condizioni nella rocca di
Capodimonte. Sfidando la prevedibile
ira papale, Giulia partì immediatamente per andare al capezzale
di Angelo, che però troverà già morto. A quel punto Giulia
approfittò per passare l’estate negli antichi possedimenti di
famiglia in compagnia del fratello Alessandro. Sul far
dell'autunno la situazione sembrò precipitare: alle insistenze
minacciose del papa che pretendeva il ritorno di Giulia a Roma
si aggiunsero le recriminazioni e le minacce di Orsino che
esigeva a gran voce il rientro della moglie a Bassanello. La
situazione fu affrontata dal Borgia alla sua solita maniera: con
arrogante determinazione scrisse parole durissime contro di lei
e contro la stessa Adriana, minacciando entrambe di
scomunica; tempestò di lettere
velenose tutti i suoi interlocutori, tra cui il cardinale
Alessandro Farnese e lo stesso Orsino, rinfacciando loro i
grandi benefici concessi ed arrivando a minacciarli di scomunica
e confisca dei beni, qualora si fossero opposti al suo volere.
Ad Orsino fu comunque riconosciuta una cospicua elargizione per
le sue truppe.
L'intimidazione ebbe successo, poiché Giulia, la suocera e la
sorella Gerolama si rimisero in viaggio verso Roma. Ma
all'altezza di
Viterbo, il corteo delle dame,
scortato da trenta cavalieri che il papa aveva appositamente
inviato da Roma, fu intercettato da un'avanguardia dell'esercito
francese. I trenta cavalieri "da parata", più che da
combattimento, non tentarono alcuna resistenza. I francesi,
saputo con chi avevano a che fare, pensarono di trarne il
massimo profitto: sequestrarono le tre dame e le rinchiusero
nella Rocca di
Montefiascone , chiedendo al papa un
riscatto fissato in tremila
ducati, che Alessandro VI stesso
inviò prontamente ai sequestratori. Dopo qualche giorno
trascorso a Montefiascone, più come ospiti che come prigioniere,
le tre dame ripresero il viaggio verso Roma scortate da un vero
e proprio esercito. Entrarono a Roma il
1 dicembre e, a quanto si racconta,
Giulia trascorse la notte in
Vaticano, immediatamente perdonata per
la sua insolenza dall'amorevole pontefice. Malgrado le
apparenze, questo non era che l'ultimo atto della relazione fra
Alessandro VI Borgia e Giulia la Bella. Gli eventi della Storia,
intrecciandosi alle sue vicende personali, avrebbero ancora una
volta determinato il destino della giovane Farnese.
La Fuga da
Roma
Le
notizie sull'avanzata di Carlo VIII erano sempre più
preoccupanti e a Roma si diffondeva una paura crescente. Il papa
non aveva alcuna intenzione di lasciare la
Santa Sede, nonostante molti glielo
suggerissero caldamente. Giulia, tornata da pochi giorni, temeva
per sé stessa e per la figlia e non desiderava altro che
abbandonare Roma il più in fretta possibile. Per questo motivo
si rivolse al fratello Alessandro chiedendogli di aiutarla ad
organizzare una rapida partenza dalla città. Due settimane prima
dell'arrivo di Carlo VIII e dei suoi soldati, Giulia lasciava
Roma all'insaputa del papa. Da quel momento, Alessandro VI non
avrebbe mai più rivisto la sua amata.
Dove si
sia recata Giulia dopo quella fuga non è certo. È possibile che
abbia raggiunto il marito a Bassanello, o che si sia rifugiata
direttamente nel castello di Carbognano, dove la ritroviamo
qualche anno dopo. Di sicuro si sa che nell'anno 1500,
proprio a Bassanello, morì Orsino. I suoi possedimenti furono
ereditati da Laura, su cui continuava ad aleggiare il sospetto
della paternità del Borgia.
Gli Anni di
Carbognano
Di Giulia si ritrovano le tracce verso la fine del
1503.
Il
18 agosto di quell'anno Alessandro VI era morto e la rovina
cominciava ad abbattersi su casa Borgia. Per i Farnese era tempo
di affidare ad altri la propria fortuna e fu ancora una volta
Giulia ad essere protagonista di uno dei momenti-chiave di
questa ascesa. Dopo il breve pontificato di
Pio III, che morì ad un mese dall'elezione, il conclave
elesse papa
Giuliano della Rovere, che assunse il nome di
Giulio II. La Bella, ormai trentenne, tornò a Roma per
combinare proficue nozze per la sua unica figlia. L'astro dei
Della Rovere era al suo apogeo e Giulia comprese bene
l'opportunità di un matrimonio con questa potente casata. Le
trattative andarono a buon fine, tanto che il
15 novembre del
1505
la tredicenne Laura Orsini sposò Niccolò della Rovere, figlio di
una sorella del pontefice. Per Giulia il tempo degli amori non
era finito. Dopo una schiera di sconosciuti amanti che avevano
allietato i primi anni della sua vedovanza, nel 1506
sposò Giovanni Capece di Bozzuto, esponente della piccola
nobiltà napoletana.
Il 1506 è anche l'anno nel quale Giulia
assunse il governo di Carbognano, il feudo che Alessandro VI
aveva donato ad Orsino. La Bella prese dimora nel castello della
cittadina, sul portale del quale, anni dopo, fu inciso il suo
nome. Le cronache del castello raccontano che Giulia fu un'abile
amministratrice e seppe tenere il governo delle sue terre con
mano ferma ed energica, mentre a Roma suo fratello proseguiva
nella sua brillante carriera ecclesiastica. Nell'ottobre del 1517,
la donna restò vedova per la seconda volta.
La Morte
Giulia rimase a Carbognano fino al 1522.
Lasciato il castello, fece ritorno a Roma, dove trascorse gli
ultimi due anni della sua esistenza. Il
23 marzo del 1524,
nel grande palazzo del cardinale Alessandro, Giulia Farnese morì
per cause sconosciute all'età di 50 anni. Dieci anni dopo, suo
fratello ascese al trono di San Pietro col nome di Paolo III.
Quanto alla figlia Laura, dal matrimonio con Niccolò della
Rovere ebbe tre figli, che ereditarono i possedimenti derivati
loro da Orsino. Una di questi, Elena, andò in sposa a Stefano
Colonna, dei principi di
Palestrina, che acquisirono la
proprietà nel 1577.
Della bellezza leggendaria di Giulia Farnese, di cui tanto si
parlò ai suoi tempi e di cui ancora oggi si scrive, non sono
conservate testimonianze, si fanno solo supposizioni; tra queste
si fa notare uno dei personaggi che compaiono ne La
trasfigurazione di
Raffaello: il grande artista
urbinate avrebbe impresso in quella
figura, ad eterna e imperitura memoria, le mirabili fattezze di
Giulia la Bella. Il
Vasari nelle sue "Vite", identifica
Giulia nella
Madonna con Bambino dipinta dal
Pinturicchio nella
Sala dei Santi dell'appartamento
Borgia in Vaticano. Quest'ultima potrebbe essere l'ipotesi più
credibile, sia per l'attendibilità della fonte, sia per la
plausibilità del fatto: Giulia era la favorita di Alessandro VI
ed è verosimile che questi abbia voluto vederla in effigie nel
suo appartamento. Tanto più che nello stesso è raffigurata anche
Lucrezia Borgia, figlia del papa e grande amica di Giulia. C’è
chi ritiene che la mancanza di immagini sia dovuta ad una sorta
di damnatio memoriae a cui Giulia sarebbe stata
sottoposta per volere di Paolo III e del cardinale Alessandro
Farnese: al primo ricordava il motivo della sua investitura a
cardinale; al secondo appariva come un possibile ostacolo sulla
strada delle proprie ambizioni; avrebbero così fatto eliminare
tutti i ritratti di Giulia, il cui ricordo era per ambedue fonte
di grande imbarazzo.
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